“Salvini non ha messo in pericolo nessuna vita: ha rischiato, non tutto ma molto sì. E ha vinto, politicamente, su tutta la linea”.
Così Andrea Scanzi sul caso Aquarius in un editoriale per Il Fatto Quotidiano.
“Se non ci fosse stata la Spagna, – osserva il giornalista – ci sarebbe stato lui. Salvini ha scelto una nave con cui poteva rischiare: assai cinico, ma lecito (dal suo punto di vista)”.
Infatti, spiega, la nave Aquarius non è una carretta dal mare e “tutto era monitorato e Salvini ha atteso che qualcuno si facesse avanti per farla attraccare”.
“Se non si fosse mosso nessuno, – aggiunge – ovviamente avrebbe dovuto ‘aprire i porti’, perché non è un aguzzino (non scherziamo) e perché l’Italia è un Paese che come accoglienza non ha nulla da invidiare a nessuno”. In quel caso il ministro dell’Interno avrebbe perso, ma grazie a quello che Scanzi definisce “all-in”, Salvini ha vinto la sua partita a poker.
Il giornalista del Fatto smaschera poi chi ha accusato di razzismo il governo italiano solo per aver fatto ciò che tutti i paesi europei fanno da anni: respingere i migranti.
“Grandi peana per il premier spagnolo che ha salvato centinaia di vite (che non erano a rischio). Bello. Poi però qualcuno dovrebbe spiegarmi perché quando la stessa Spagna non accoglie nessuno ma erige muri e fili spinati, è lecito. Quando Malta se ne frega, è lecito. Quando Germania e Francia se ne fregano, è lecito. E quando invece l’Italia – per una volta – alza la voce e pone un problema reale, è razzista,” scrive.
Poi l’elogio a Salvini, che sarebbe “il politico più bravo, per distacco, del lotto” ma che tuttavia è “sottovalutato in maniera puerile e miope”.