Otto e mezzo, Giannini paragona l’inchiesta sul nuovo stadio della Roma a Mafia Capitale

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“Virginia Raggi non ha nessuna responsabilità penale, ma le responsabilità politiche in questa vicenda ci sono tutte e vanno ben oltre Virginia Raggi”.

Così Massimo Giannini sull’inchiesta sul nuovo stadio della Roma intervenendo a Otto e Mezzo giovedì sera.

Il giornalista ha aggiunto che “in questa questione ad essere chiamato in causa non è il governo romano ma è il governo italiano”.

“Quando il fulcro di questa indagine – ha spiegato – è un soggetto che si chiama ‘Luca Lanzalone’, che è un intimo di Grillo e Casaleggio, che è stato già chiamato dagli stessi a risolvere un problema a Livorno con il sindaco Nogarin sul fronte dei rifiuti”.

“Questo – ha continuato – è il signore che ha scritto, o riscritto, lo statuto dell’associazione che sovrintende ora al M5S e affianca Rousseau; è stato portato a Roma da quelli che ora sono due ministri della Repubblica, Fraccaro e Bonafede; ed è stato premiato, così ha detto questa mattina Di Maio in radio, con la presidenza dell’Acea per i buoni uffici che ha prestato nell’incarico che ha svolto a Roma”.

E l’incarico – ha aggiunto Giannini – secondo questa inchiesta era quello che ha svolto per alcuni versi il meccanismo di Mafia Capitale: cambiano i protagonisti, ma lo schema è sempre lo stesso. Non c’è la mafia ma c’è questo ‘mondo di mezzo’, c’è questo Lanzalone che intermedia il foraggiamento di forze politiche per conto di un imprenditore, Parnasi, che è uno degli esponenti delle mosche del capitale romano, dei palazzinari, come Scarpellini, Buzzi. E questi soldi finiscono ai partiti per agevolare in qualche modo una grande opera”.

“Ma quella – ha sottolineato Giannini – è solo la punta dell’iceberg, perché dietro c’è il concetto di ‘prendiamoci Roma’. Ci sono i nuovi arrivati, ‘ci prendiamo Roma’. E il livello di coinvolgimento politico non si ferma a Virginia Raggi, sale addirittura più in alto”.

“Quindi io credo che sia una questione che chiama in causa il vertice del Movimento. Quando parlo del vertice parlo di Luigi Di Maio, e dei suoi ministri”, ha concluso.

3 COMMENTS

  1. È ora che questi giornalisti incomincino a pagare per quello che dicono, senza rendersi conto dell’offesa rivolta agli attuali ministri del governo. Togliere a loro il potere di offendere , ingiustamente, chi si batte per la sospirata legalità.

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