Il ministro dell’Interno Matteo Salvini si è recato all’ospedale San Martino di Genova, dove sono l’agente ferito a Genova.
Uno dei due è stato gravemente ferito da sei coltellate, durante il trattamento sanitario obbligatorio, da un ventenne sudafricano.
Jefferson Tomalà, questo il nome dal ragazzo, è stato ucciso da un altro poliziotto in seguito alla colluttazione.
Assieme al vice presidente del Consiglio, erano presenti Edoardo Rixi, il sottosegretario della Lega, Sergio Bracco, il questore di Genova, Stefano Garassino, l’assessore alla sicurezza, accolti da Giovanni Ucci, il direttore generale dell’ospedale.
Il ministro ha manifestato solidarietà al poliziotto, alla moglie e alla figlia, portando “l’affetto di 60 milioni di italiani” e ha dichiarato ai giornalisti: “E’ vivo grazie al buon Dio che ha guardato giù e grazie al collega che ha fatto l’unica cosa che poteva fare per salvarlo dall’assalto di quel ragazzo. E’ chiaro che quando c’è una morte non è mai una buona notizia. Mi sembra però evidente che con due agenti feriti, di cui uno colpito da sei coltellate, il collega in divisa non poteva che fare quello che ha fatto”.
Il ministro ha rivolto delle parole anche alla madre della vittima: “Non mi permetto di commentare una mamma che perde il figlio. Se il figlio non avesse accoltellato una due tre quattro cinque sei volte una persona che sta facendo il suo lavoro oggi sarebbe vivo e vegeto su questa terra. Capisco il dolore della mamma però sono al fianco di chi indossa una divisa, in questo caso ha fatto solo e soltanto il suo dovere”.
Infine il leader della Lega ha fatto sapere che stanno iniziando dei lavori per evitare che incidenti come questi continuino ad accadere:
“Avrò la fortuna come ministro, penso nelle prossime due o tre settimane, di cominciare la sperimentazione con le pistole elettriche come in altri paesi europei per mettere in condizione i poliziotti e i Carabinieri di difendersi e di difenderci ancora meglio,” ha affermato.
