La Repubblica pubblica un articolo a firma di Annalisa Cuzzocrea, in cui, in maniera ossessiva compulsiva di preoccupante rilevanza, ritorna sulla vicenda Lanzalone.
Il titolo recita: ‘Casaleggio, ecco le prove della cena con Lanzalone la sera prima dell’arresto’.
Andiamo a leggere per intero l’articolo.
Nel corpo dell’articolo potete leggere che “la cena del 12 giugno in quel ristorante di corso Vittorio, a pochi passi dal Senato e dalla casa di cui l’associazione Rousseau ha preso possesso a Roma, era un evento a pagamento organizzato dall’associazione Gianroberto Casaleggio e dalla start up MioWelfare. Sessanta invitati, Lanzalone compreso. Che sarà anche stato a un tavolo diverso da quello del manager, ma certo non era lì per una casualità.”
Capite la distorsione mediatica?
Dal titolo si dà a intendere che che si tratta di una cena intima, e cioè esclusivamente di pochissime persone a un tavolo con Lanzalone ma poi si scopre che le persone presenti ‘all’evento’ , pubblico non segreto, erano presenti 60 invitati. Diconsi sessanta.
Non mi pare di riscontrare un piccolo tavolo rotondo con tanto di candela al centro in una piccola stanza riservata nell’ultimo angolo del ristorante off limit per tutti.
Se volete fatevi fare una risata beffarda per questo resoconto sedicente ‘giornalistico’, quando in realtà è distorcente nel riportare la notizia.
Ma cosa volete!
A Repubblica fanno ‘giornalismo’ a modo loro.
Oggi non hanno avuto il coraggio nel dare la notizia di quello che è successo in un loro stabilimento tipografico, che quella persona che si è tolto la vita in quello stabilimento era dipendente del Gruppo GEDI, che edita Repubblica.
Quello stabilimento, per completezza di cronaca, stava per essere chiuso e le persone trasferite in altri stabilimenti del Gruppo GEDI.
Ecco questa è la loro etica professionale nel dare notizie sugli altri, che vogliono demonizzare, e su se stessi che vogliono elevarsi agli altari del buon comportamento etico e del buon vivere e di cui si fanno maestri con le parole ma che contraddicono con i fatti.
Fanno una bella predica dal loro pulpito rigorosamente laico, quando finiscono la predica si comportano assai peggio di coloro, magari innocenti, che hanno condannato al rogo.
Mediatico, si intende!
Ci mancherebbe che questo Signori politicamente corretti accendessero davvero un rogo!
Abolire il finanziamento pubblico, scacco matto.