Lanzalone è stato sperimentato a lungo dal Movimento 5 Stelle e sembrava una persona affidabile, essendo stato più volte messo alla prova, non solo nel caso dello stadio della Roma. E non solo moralmente ma anche professionalmente.
In questo caso non c’è nessuno spazio per considerare superficiale la selezione.
La ragione è più profonda.
Cosa dunque è successo?
La storia si ripete da millenni.
L’avidità. L’avidità ha reso cieco Lanzalone.
Guadagnava moltissimo, ma non gli è bastato.
L’eccitazione del guadagno, la possibilità di guadagnare sempre di più avendo la fiducia del Movimento al governo gli ha dato letteralmente alla testa e gli ha giocato uno scherzo cui non ha saputo resistere.
Come racconta la Bibbia nel racconto della vicenda tra Esaù e Giacobbe risalente a 5-6mila anni fa, l’avidità o la fame incontrollata per un piatto di lenticchie, ha fatto perdere a Esaù la primogenitura, l’allora preziosissima primogenitura.
La storia si è ripetuta con Lanzalone.
L’ormai sciagurato e povero Lanzalone aveva in mano l’enorme tesoro, costruito in tanti anni di seria e affidabile attività professionale, della fiducia del Movimento 5Stelle.
Lanzalone, nella sua strada, ha trovato il tipo furbo (quante fregature hanno preso coloro che ritenevano i più furbi di tutti, i migliori nelle vicende umane), il quale si rapportava con il mondo convinto che funzionasse sempre alla stessa maniera e cioè che con l’olio giusto (sempre il solito olio da millenni) tutti gli ingranaggi sarebbero andati a meraviglia.
Pensava, l’imprenditore edile Luca Parnasi, con cui Lanzalone accettò di costruire il sodalizio fatale per lui, che anche con i Cinque Stelle le cose avrebbero funzionato alla stessa maniera.
E così Lanzalone si lasciò consapevolmente irretire, pensando che acquistando la furbizia che fino ad allora non aveva applicato, se pur l’avesse avuta, ciò gli sarebbe stato di enorme vantaggio, forte oltretutto del rapporto privilegiato con l’imprenditore dai mille rapporti, che lui ancora non aveva.
L’unione avrebbe fatto la forza.
E così questi calcoli apparentemente perfetti sul piano della furbizia, ma mancanti della consapevolezza e dell’avvedutezza, conditi con l’eccitazione che luccica gli occhi, con l’adrenalina a mille, con l’avidità irrefrenabile, con la fame incontrollata di fama e di soldi, con tutto questo bel po’ di cose a portata di mano, si è lasciato andare alla tentazione di mettersi d’accordo con Luca Parnasi tradendo il rapporto di fiducia costruito in tanti anni con i 5 Stelle.
E così, ripetendo il comportamento di Esaù, per un pugno di euro ha venduto un enorme patrimonio di fiducia che già gli stava portando un bel po’ di soldi guadagnati onestamente e alla luce del sole.
Questi guadagni professionali trasparenti e onesti già in essere non gli sono bastati e ne ha voluto altri subito, desiderando, e adoperandosi per i tanti altri che sarebbero arrivati.
La tentazione è stata troppo forte per le sue forze e in due minuti ha perso tutto.
I Cinque Stelle non hanno avuto la minima esitazione, prova del nove della loro buona fede e prova suprema di non avere con Lanzalone nessun debito, neanche il minimo debito, neanche di natura morale, avendo solo datogli fiducia generosamente. Generosità della fiducia che peggio non poteva esser ripagata.
La reazione dei 5Stelle è stata fulminea e fulminante.
Alla immediata richiesta di dimissioni da parte dei 5Stelle, Lanzalone ha risposto dimettendosi istantaneamente.
Peraltro non ha neanche osato fare proposte disoneste ai 5 Stelle essendo consapevole di cosa sarebbe successo immediatamente dopo, ma ha pensato che poteva impunemente usarli.
Peccato più che gravissimo.
E’ quindi più che benvenuta la provvidenziale inchiesta che ha messo a nudo il suo tradimento nei confronti dei 5 Stelle.
E così, ancora una volta il Movimento ne esce alla grande, essendo l’unica forza politica che non ha mai neanche sfiorato un centesimo dei soldi dell’imprenditore Parnasi.
La politica oggi , soprattutto dopo l’emergere di fatti indecorosi come quelli oggetto dell’inchiesta di cui ci stiamo occupando, ha bisogno di acquistare una dignità che oggi non ha.
Già, la politica oggi è vilipesa, e ne hanno approfittato i poteri forti, per indebolirla ancora di più , prendendo il potere tramite i cosiddetti governi tecnici che hanno usato deputati e senatori come hanno voluto.
E come intendevano continuare a fare con Cottarelli.
Ma questa volta è andata buca.
Dei tre poteri dello Stato, quello legislativo, le Camere, quello esecutivo, il Governo, quello giudiziario , la Magistratura, l’unico cui la gente riconosce dignità è quest’ultimo, la Magistratura.
Alla politica manca il riconoscimento della sua dignità e probità per il bene del popolo che rappresenta e al quale risponde.
Il Movimento sta dimostrando, sul campo difficilissimo di questo caso che lo avrebbe dovuto ferire ma che invece ha galvanizzato, di avere tutte le qualità per assolvere nel migliore dei modi il compito storico di dare dignità nuova alla politica dopo che da decenni l’ha persa.
La politica deve ritornare a essere percepita dalla gente come un servizio civile che ogni cittadino può fare per un periodo limitato di tempo.
Con un compenso dignitoso.
La politica non deve dunque più essere concepita come una via facile per arricchirsi.
Ognuno si guadagni il suo pane e il suo companatico per vivere sobriamente ma dignitosamente con il suo lavoro.
Se un cittadino vuol fare l’imprenditore, ben venga, abbiamo bisogno di molti, validi e seri imprenditori.
Però esercitino questo mestiere, molto utile per la società in quanto da lì vengono i posti di lavoro per i nostri giovani, in un sano contesto competitivo, ponendo un argine serio e universale contro tutti i conflitti di interesse.
Il Movimento ha sulle sue spalle questa grande responsabilità storica che gli hanno caricato gli italiani di dare dignità nuova all’esercizio dell’azione politica.
Fare azione politica con l’orgoglio di poterlo affermare con la fronte alta, non , come oggi, quasi vergognandosene.
Questa è la missione impossibile del Movimento cinque Stelle che sicuramente porterà a compimento.