Voi sapete che i termini essenziali della notizia che i giornaloni vogliono imprimere nella testa della gente sono contenuti nel titolo.
Poi dipende da dove il titolo è collocato.
Ancora dipende dalla grandezza dei caratteri che vengono usati.
Dipende ancora da quante volte, in modi diversi si ritorna sulla stessa notizia, e cioè interviste, reportage, commenti di ‘grandi firme’, di uomini di cultura che ripetano in termini diversi lo stesso refrain, ecc.
In due parole questo si chiama: pressione mediatica.
A che fine? Ecco di seguito.
Con il titolo si vuole imprimere nei lettori il concetto politico/culturale voluto.
Con il tipo di collocazione nelle pagine e con la grandezza dei caratteri si vuole destare molto o poco l’attenzione della lettura da parte della gente.
Con la ripetizione della notizia – che poi con la stessa ripetizione passa da notizia a tema – si mira a mantenere la mente della gente sempre desta in modo che l’opinione prodotta in tal maniera su ciascuna persona diventi non più una possibile interpretazione ma una certezza indiscutibile.
A quel punto il lavaggio del cervello è completo.
Per il gruppo imprenditoriale che edita quei giornali e per i giornalisti da esso stipendiati la missione è compiuta.
Facciamo un esempio esplicativo per passare alla pratica.
Richiamate per un momento la tristissima notizia che tanto ci ha colpito del dipendente del Gruppo GEDI che si è tolto la vita nello stabilimento di Gorizia del Gruppo, e cioè il gruppo di imprese editoriali controllato dalla famiglia De Benedetti e dalla FCA capitanata da Marchionne.
Come sapete il Gruppo GEDI edita Repubblica, Stampa, Espresso, oltre una serie di giornali locali da una parte all’altra dell’Italia.
Andate a rivedere ora come questi giornali hanno dato questa notizia e come in generale è stata data dai colleghi degli altri giornali e se oggi trovate commenti, reportage, interviste al riguardo.
Bene a questo punto provate a immaginare che lo sfortunato dipendente fosse stato alle dipendenze di una ipotetica azienda di Davide Casaleggio o di Luigi Di Maio.
Secondo voi come sarebbe stata quella che abbiamo prima definito la ‘pressione mediatica’ nei loro confronti rispetto a quella che c’è stata nei confronti di De Benedetti o Marchionne?
Lascio a ciascuno di voi dare la risposta privatamente a se stesso.
Ma mi pare obbligatorio citare un altro esempio di questi giorni.
Mi riferisco allo scandalo che ruota attorno alla costruzione del nuovo stadio di Roma che ha come protagonista principale l’imprenditore Luca Parnasi.
Come vedete la prima notizia sui giornali viene data il 13 giugno e il titolo sul Fatto Quotidiano recita ‘arresti tra politici e imprenditori: anche Parnasi, Lanzalone (consulente M5s), Palozzi (Fi) e Civita (Pd)’.
Come vedete sin dal primo giorno risulta evidente che gli unici politici agli arresti sono due: uno del PD e l’atro di FI.
Ma lo scandalo, dal 13 giugno in poi fino ad oggi 18 giugno e chissà fino a quando,, con i titoli, con la collocazione nelle pagine, con la grandezza dei caratteri, con la ripetizione della notizia, e relativi reportage, interviste, commenti, ha come principale obbiettivo il Movimento Cinque Stelle, dai ministri alla Raggi, sebbene sia l’unico soggetto politico verso cui né come Movimento né come esponenti politici è giunto un centesimo di euro.
E così il lavaggio del cervello degli italiani è in corso d’opera affinché la missione, decisa dai gruppi imprenditoriali che editano i giornali affidata alla esecuzione dei giornalisti che la condividono, possa essere compiuta.
Qual è questa missione?
Essa mira a:
– togliere credibilità al M5S;
– farlo apparire uguale agli altri;
– generare discordie al suo interno;
– rallentare o impedire l’azione di governo dei ministri a 5Stelle;
– in ultimo rendere stentata e incerta l’azione di governo, minare l’unità politica delle due forze che lo sostengono, per poi puntare a determinarne la fine.
Vediamo ora i titoli di oggi 18 giugno sul web dei giornali italiani sull’argomento in parola, per citarne alcuni.
Ciò a cui Repubblica dà la massima rilevanza:
‘Stadio Roma, Fico: “Rispondere con massima durezza”. Martina: “Raggi lasci”;
‘Il contratto fantasma di Lanzalone che ora imbarazza Raggi’.
E ora ciò che Repubblica sminuisce:
‘Rider, Di Maio chiede l’apertura di un tavolo con le aziende’;
e ciò di cui Repubblica non fa cenno, almeno sull’Home:
‘Finanziamento alla politica, la riforma che vuole Di Maio: “Bilanci pubblici per partiti e fondazioni e registro donazioni” (Il Fatto)
‘Bonafede: “I corrotti devono andare in carcere. Solo con certezza della pena lo Stato sarà credibile” (Il Fatto).
Corriere (Controllato da Cairo):
‘«Lo stadio uno schifo, ma si farà» L’assessore: «Passavo gli atti
a Lanzalone, che male c’è?»’
Non gli viene data molta evidenza, ma l’obbiettivo è sempre il M5S; PD e FI, i cui esponenti sono gli unici agli arresti, sono completamente ignorati.
Il Sole 24 Ore (Controllato Confindustria):
‘M5S, il governo logora già. Tutti i fronti aperti dall’inchiesta «stadio di Roma» all’egemonia di Salvini’;
‘M5S-Lega, perché la vicenda dello stadio della Roma sta imbarazzando il governo‘;
‘Stadio Roma: chi è Lanzalone, l’avvocato genovese al timone di Acea grazie al M5S (e a Grillo)’.
Come vedete nessun cenno a PD FI, gli unici ad avere propri esponenti agli arresti. Evidentemente viene da tutti considerata una cosa normale!
Il Messaggero (controllato da Caltagirone, costruttore edile romano):
‘Il retroscena dell’ex M5S Grancio: «Al vertice finale sullo stadio arrivò anche l’ok di Grillo»’
‘Stadio, Raggi vuole un chiarimento con i dirigenti. E torna la psicosi chat’
Anche qui nessun cenno agli esponenti PD e FI agli arresti.
Mi fermo qui , ma potrei ancora continuare per parecchio.
In finale vorrei lasciare alle vostre considerazioni il monito del Papa riportato da Repubblica, da loro tanto apprezzato così come dagli altri giornaloni.
Ma il suo monito proprio ad essi sembra indirizzato, come che li chiamasse per nome:
‘Papa Francesco: “Calunnie e scandali inventati, così nascono le dittature”