Inizia oggi la detenzione di Inaki Urdangarin in carcere.
Urdangarin è il marito dell’infanta Cristina e quindi cognato del re di Spagna Felipe VI, ed è stato condannato per concorso in frode, evasione fiscale, corruzione, malversazione e riciclaggio.
Dovrà scontare 5 anni e 10 mesi in carcere nel carcere di Brieva ad Avila, colpevole di aver dirottato 6 milioni di euro di fondi pubblici attraverso la fondazione sportiva che porta il suo nome, diretta con il suo socio Diego Torres.
Questa la sentenza di mercoledì scorso del tribunale supremo di Palma di Majorca, che ha concesso a Urdangarin 5 giorni di tempo per presentarsi in una prigione a sua scelta. La moglie, Cristina di Borbone, era stata anch’essa imputata ma era stata assolta. È il primo membro della famiglia reale a dover scontare una pena in carcere.
Così si è concluso lo scandalo ‘Noos’, che ha colpito la corona spagnola nel 2010 e aveva contribuito, quattro anni più tardi, il re Juan Carlos ad abdicare in favore del figlio maggiore.
Il marito dell’infanta è arrivato in mattinata a Madrid da Ginevra, dove ha passato gli ultimi giorni di libertà in compagnia della moglie e dei loro quattro figli. Adesso gli spetteranno la visita medica e i colloqui con psicologi e assistenti sociali e passerà la prima notte nella cosiddetta ‘cella d’ingresso’, per poi essere trasferito in quella definitiva.
Beh…vedo che in alcuni paesi non si guarda in faccia nessuno. Dovremmo anche in Italia avere delle leggi inesorabili che non guardino nessuno in faccia. Abolire il rito abbreviato e usare lo stesso procedimento come lo fosse. Che si dia un bel ceffone, a mo di metafora, poi se giusto o sbagliato c’è tempo per appurarlo.