In queste ore ci si chiede cosa è successo davvero al Consiglio europeo.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha affermato che i “centri sorvegliati di accoglienza in Ue su base volontaria vanno fatti nei Paesi di primo ingresso, quindi sta a loro dire se sono candidati ad aprire questi centri, ma la Francia non è un Paese di primo arrivo”.
Giuseppe Conte ha smentito queste dichiarazioni spiegando che quanto detto da Macron “non è scritto né nell’Articolo 6, dove si non si fa riferimento ad un Paese di primo transito; né nell’Articolo 12, dove si parla della rifoma del Regolamento di Dublino su cui tutti siamo d’accordo, perché l’abbiamo sottoscritto”.
L’inquilino dell’Eliseo ha però ribadito che i centri di controllo per i migranti dovranno essere nei Paesi di primo sbarco: “Il concetto di Paese di primo arrivo non si può cancellare”.
I media e i partiti come il Pd (ovvero il partito che firmò il regolamento di Dublino, che prevede il principio del primo Paese di ingresso responsabile per le domande d’asilo) hanno parlato di sconfitta del governo Conte.
Tuttavia, ha fatto notare l’europarlamentare del M5S Laura Ferrara, il punto 5 del testo, “per la prima volta prevede, scritto nero su bianco, che lo sbarco di chi viene salvato in operazioni di ricerca e salvataggio dovrà basarsi su azioni condivise o complementari tra gli Stati membri”.
“Mi chiedo se abbiano colto, – ha aggiunto Ferrara – sempre nel punto 5 del testo, che per la prima volta si comincia a parlare di vie legali di accesso all’UE, cosa a mio avviso fondamentale e rivoluzionaria per tutelare chi fugge da guerre e persecuzioni e per combattere i trafficanti di esseri umani”.
E si è chiesta: “È poco? Non mi sembra affatto”.
La portavoce 5Stelle al Parlamento europeo ha replicato anche a Forza Italia, che aveva parlato di “passo indietro”:
“Ma indietro rispetto a cosa? Ricordano il regolamento di Dublino, tuttora in vigore, che anche loro hanno firmato? Più indietro del testo che hanno firmato, non si può andare”.
Ferrara è poi passata al èunto 12 del testo, dov’è si legge che “è necessario trovare un consenso sul regolamento Dublino per riformarlo sulla base di un equilibrio tra responsabilità e solidarietà, tenendo conto delle persone sbarcate a seguito di operazioni di ricerca e soccorso”.
“Per la prima volta – ha spiegato – si evidenzia come la riforma di Dublino non possa essere affrontata senza tenere conto dei flussi migratori e delle loro rotte”.
“E poi, – ha proseguito – non erano loro quelli del ‘aiutiamoli a casa loro!’? Chissà se avranno letto i punti 7 e 8 del testo, che mirano a impegnare l’Unione Europea nel garantire uno sviluppo dei Paesi africani, con particolare attenzione all’istruzione, alla salute, alle infrastrutture, all’innovazione, al buon governo e all’emancipazione femminile”.
Ferrara ha poi osservato che “di tutti i commenti e le dichiarazioni che ho letto, l’attenzione si è concentrata solo sul punto 6, ovvero sulla vittoria (di Pirro) di Macron”.
“In puro stile politichese, – ha spiegato – ha hanno letto e commentato il ricollocamento dei migranti su base volontaria lì previsto, slegato dal contesto. Il contesto sono i centri da istituire negli Stati membri per individuare chi ha diritto alla protezione internazionale e chi questo diritto non lo ha”.
“Ma attenzione: – ha continuato – anche questi centri potranno essere creati su base volontaria!! Dunque? Un nulla di fatto. Già tutti i Paesi -noi compresi- si sono dichiarati non disponibili ad istituirli sul proprio territorio”.
“Personalmente – ha concluso – leggo in questo testo un buon risultato e un gran lavoro fatto dal nostro premier Giuseppe Conte”.