“Andrebbe approfondito il tema della ricaduta sociale dei suoi interventi”.
Così la Cei su Marchionne.
Il monsignor Filippo Santoro, responsabile della Conferenza Episcopale Italiana sui temi del lavoro, parlando con l’AdnKronos ha affermato che quella del manager di Fca è “stata una figura che ha caratterizzato fortemente la politica industriale italiana, in particolar modo dell’ultimo decennio, dimostrando grandi capacità imprenditoriali e dinamismo nelle sue scelte spesso innovative e intelligenti”.
Santoro ha aggiunto che “è evidente che Marchionne ha creato nuovi posti di lavoro incentivando l’occupazione, ma andrebbe valutato l’impatto di partenza delle sue azioni in termini di sacrifici richiesti agli operai di diverse fabbriche: su questo specifico aspetto, qualche interrogativo resta forse ancora aperto”.
Sulla drammatica vicenda di Marchionne hanno rilasciato dichiarazioni anche il premier Giuseppe Conte e i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
Conte ieri notte ha dichiarato di aver appreso “con profondo dispiacere le ultime notizie riguardanti le condizioni di Sergio Marchionne. In questo momento il mio commosso pensiero va ai suoi familiari”.
Luigi Di Maio interpellato ieri dall’ANSA si è detto addolorato dopo aver appreso “la notizia che Marchionne stia male e in un momento così difficile credo ci voglia rispetto per il dolore dei suoi familiari, dei suoi più cari amici e dei suoi collaboratori”. Di Maio ha aggiunto che le persone del suo staff “erano in contatto da qualche settimana e mi dispiace di non aver avuto modo di confrontarmi con lui sul futuro dell’auto elettrica, era una mia intenzione farlo
Il leader 5Stelle, ospite oggi a L’Aria che Tira su La7, ha criticato la “sedicente sinistra” che “ha permesso a Marchionne di fare di tutto quando era potente, adesso che invece sta su un letto in ospedale in condizioni critiche lo attaccano”.
Matteo Salvini stamane ha espresso un “messaggio di vicinanza a Marchionne e alla sua famiglia, con la certezza che l’azienda continuerà a restare in buone mani” e che “non ci saranno problemi per per futuro dell’azienda e degli operai. Nessuno avrebbe voluto una successione così traumatica, ora”.