“È un nome che, con quello di Salini, rappresenta una rivoluzione culturale. La storia di Foa parla da sé”.
Così Luigi Di Maio intervenendo stamane a “Omnibus” su La7.
“È un giornalista e intellettuale di totale indipendenza ed è sempre stato un po’ fuori dal coro – ha proseguito il vicepremier – La Rai ha bisogno di distinguersi un po’, è sempre stato lo strumento che correva in soccorso dei vincitori e adesso deve essere una industria culturale”.
“La Rai ha bisogno di stimoli – ha aggiunto Di Maio – Io mi aspetto di capire quali siano le vere ragioni per non votarlo come presidente della Rai. E’ un allievo di Montanelli, ha portato avanti nella sua vita tante battaglie contro le fake news, non solo quelle online, ma anche quelle dei giornali”.
“Foa – ha proseguito – è uno che ha diretto giornali, è stato a capo di gruppi editoriali. Adesso dicono che non è all’altezza, perché è un sovranista. Voglio ricordare che sovranità è una parola che sta all’articolo Uno della Costituzione, non è una brutta parola, non è una parolaccia. Un Paese che difende i propri interessi non è cattivo, ma finalmente riesce a realizzare gli interessi dei propri cittadini”.
Di Maio ha poi detto di non riuscire “a comprendere questo atteggiamento per cui si considera sempre quello che viene dai cittadini, dai comitati, dalle associazioni sempre una opinione di serie B, perché l’opinione di serie A la devono avere i partiti, i sindacati confederali, i grandi giornalisti del Parioli che passano il tempo a compiacersi delle loro teorie”.
“Se Foa invece viene messo sul piatto come presidente della Rai, è un sacrilegio, perché non appartiene al club degli scacchi o al club Bilderberg di quelli che si sono alternati negli ultimi 10 anni,” ha concluso.
Guarda il video: