313mila euro raccolti dai romani con l’iniziativa #RomaAdottaAmatrice andranno ai Comuni colpiti dal terremoto.
Lo ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi durante una visita ad Amatrice, nel corso della quale ha consegnato l’assegno ai Comuni di Amatrice, Accumoli, Norcia e Arquata del Tronto.
“Abbiamo portato la solidarietà dei cittadini alle popolazioni colpite dal terremoto impegnate nella difficile opera di ricostruzione e di rilancio dell’economia locale,” ha scritto su Facebook Raggi, che ha aggiunto:
“Proprio per contribuire in maniera concreta a questo impegno, abbiamo deciso di destinare i fondi versati con l’iniziativa #RomaAdottaAmatrice (313 mila euro) a quattro progetti, condivisi con i Comuni di Amatrice, Accumoli, Norcia e Arquata del Tronto, finalizzati alla realizzazione di opere utili e durature”.
Per quanto riguarda Amatrice, l’esponente pentastellata ha spiegato che è “previsto il Finanziamento, con Contributo di solidarietà, per la delocalizzazione temporanea nell’area P.I.P. (Piano Insediamento Produttivo), in località Torrita, delle attività artigianali distrutte dal sisma. In particolare il contributo potrà essere finalizzato all’acquisto di beni e impianti indispensabili all’avvio delle attività”.
Ad Accumoli, invece, “nascerà un Centro di eccellenza e formazione per gli studi ecosistemici e l’economia circolare, in collaborazione con l’Università degli Studi della Tuscia”.
Si tratta di un progetto finalizzato alla promozione, progettazione e attuazione di programmi di innovazione, ricerca e sviluppo, “in grado di coniugare gli aspetti della tradizione tipici del territorio con un sistema tecnologico avanzato”.
A Norcia “sarà realizzata una struttura, adibita in parte a foresteria e in parte a centro congressi, dove potranno essere ospitati convegni, master universitari ed eventi culturali.”
E ad Arquata del Tronto “sarà realizzato, nella frazione di Faeta, un Centro di Aggregazione sociale, che fungerà da punto di ritrovo per la popolazione in caso di sisma, ma anche da Centro culturale e da ricovero per le opere d’arte che fanno parte della memoria storica della popolazione e oggi devono essere conservate fuori del territorio comunale”.
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