Oggi vi raccontiamo come nel mondo del giornalismo si usino due pesi e due misure.
Stamane abbiamo appreso che Mauro Munafò dell’Espresso si è nuovamente irritato per un post di Silenzi e Falsità.
Prima si è sentito tirato in ballo perché abbiamo denunciato il killeraggio mediatico da parte della stampa italiana nei confronti di Marcello Foa.
Noi gli abbiamo risposto molto educatamente facendogli notare che la nostra era una denuncia generica e gli abbiamo chiesto perché se la fosse presa così tanto visto che non abbiamo fatto né il suo nome, né quello dell’Espresso.
Poi lui invece di ribattere ha preferito fare la vittima e lamentarsi per la “foto segnaletica” che abbiamo inserito nell’immagine allegata al post. In realtà abbiamo soltanto usato la foto del suo profilo Facebook per far capire ai lettori chi era il giornalista in questione.
Ma visto che Munafò si è indignato, altrettanto avrebbe dovuto fare con i suoi colleghi quando avevano inserito le “foto segnaletiche” (come da lui definite) di Pietro e Marcello Dettori in un articolo sulla fantomatica rete dei “sovranisti” accanto alla foto di Steve Bannon, l’ex stratega di Donald Trump, mai visto se non in tv.
Ricordiamo anche che Marcello Foa ha querelato l’Espresso in seguito alla pubblicazione dell’articolo in quanto da lui ritenuto diffamatorio. E come dargli torto?