M5S: ‘Mandiamo la redazione de L’Espresso a lezione di sentimenti’

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“Sull’ultimo numero de L’Espresso sono state pubblicate delle frasi gravissime. In un test già di per sé di discutibile gusto, sono state inserite delle domande non solo offensive, ma quel che è peggio di un maschilismo becero e violento che sarebbe stato inaccettabile anche da una rivista di quart’ordine, figuriamoci se mai ci saremmo aspettati una cosa del genere da un settimanale di questo tipo e soprattutto a firma di una donna”.

Lo scrive la deputata del M5S Iolanda Di Stasio in un post su Facebook rilanciato dal il Blog delle Stelle.

“Il direttore Marco Damilano” prosegue Di Stasio “ha permesso che si chiedesse ai lettori con quali donne della politica andrebbero a letto e perché, se per ‘zittirle, sculacciarle, svegliarle o disinnescarle’: non solo una carrellata di stereotipi maschilisti, ma un vero e proprio incitamento alla violenza di genere”.

L’esponente 5Stelle fa poi “notare come con gli uomini, secondo la persona che ha dato vita a queste pagine disgustose, si vada a letto per delle qualità, seppur discutibili, con le donne invece per punirle o smettere di farle parlare”.

“Mandiamo la redazione de L’Espresso a lezione di sentimenti, come loro stessi suggeriscono in un articolo successivo al test, perché pare proprio che sia necessario,” aggiunge la deputata pentastellata, chiedendosi se nella redazione dell’Espresso “si conoscono i numeri di stupri e femminicidi in Italia”.

“Domenica – conclude – è andato in distribuzione il giornalismo goliardico dei bulli e le vittime preferite, facili, ancora una volta, siamo noi donne”.

Un’altra deputata del M5S, Maria Edera Spadoni, è intervenuta sulla vicenda scrivendo che “neanche negli anni ‘50 mi sarei aspettata un mix di sessismo stereotipato così alto. Spero che L’Espresso e la giornalista si scusino per questo ritorno al passato disgustoso”.

Le scuse de L’Espresso alla fine sono arrivate.

Il direttore del settimanale Marco Damilano rispondendo alla lettera di una lettrice, che ha affermato di provare da abbonata ventennale “un imbarazzo indicibile”, ha ammesso che “questa volta il gioco non è riuscito” e ha chiesto “scusa alle interessate e agli interessati, alle lettrici e ai lettori”.

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