“In Italia la legge è cambiata, se non presenterete una denuncia non potremo proseguire l’inchiesta per appropriazione indebita. E dunque non avrete alcuna possibilità di reclamare i soldi elargiti”.
E’ questo il messaggio dei pm alle organizzazioni internazionali per quanto riguarda l’inchiesta sui 10 milioni di dollari destinati ai bambini africani.
Questi soldi era stati donati dalle organizzazioni umanitarie alla società di Alessandro Conticini, che è accusato di appropriazione indebita con il fratello Luca, mentre il terzo fratello Andrea, cognato di Matteo Renzi in quanto marito di sua sorella Matilde, deve rispondere del reimpiego illecito di capitali.
Dei 10 milioni di dollari, 6 milioni e 600mila dollari sarebbero finiti per l’appunto sui conti personali degli imprenditori, e parte di questi nelle casse della «Eventi6», società amministrata dalla mamma di Renzi, Tiziana Bovoli.
Andrea Conticini, riporta Il Corriere della Sera, è accusato dai pm di aver “agito come procuratore speciale del fratello” Alessandro: “Impiegava parte del denaro provento del delitto in attività economiche, procedendo all’acquisto di partecipazioni societarie e all’esecuzione di finanziamenti in conto soci”.
Ieri l’ufficio stampa di Matteo Renzi ha diffuso una nota in cui dichiara di voler “procedere in sede civile e penale contro chiunque accosti il suo nome a una vicenda giudiziaria che riguarderebbe un fratello del marito di una sorella di Renzi”.
Solo qualche giorno fa l’ex segretario del Pd durante una diretta su Facebook aveva fatto sapere di aver chiesto ai pm di essere sentito sul caso dell’attacco troll a Mattarella.
Dopo la notizia dell’indagine a carico del cognato e dei fratelli del cognato, però, l’ex premier dice che “i processi si fanno in aula, non sui media. Al termine del processo si fanno le sentenze. E le sentenze si rispettano”. “Anche quelle sui risarcimenti,” aggiunge.