Federico Fubini, Soros e i Benetton: ecco chi sono i veri potenti

Oggi Federico Fubini sul Corriere della Sera scrive che “l’uomo più potente d’Italia è un muratore disoccupato dal 2011 che ha ricevuto, con ritardo, otto dei trenta mesi di cassa integrazione assegnatigli per legge”.
Noi sorridiamo dopo aver letto simili affermazioni, ma c’è poco da ridere e la questione è seria, perché – ahinoi – c’è gente che si lamenta degli analfabeti funzionali ma a certe cose ci crede.
Fubini scrive che tale Francesco Gangemi ha raggiunto un milione e mezzo di interazioni su Facebook, ovvero “più del premier Giuseppe Conte, quasi il triplo del fondatore dei 5 Stelle Beppe Grillo, più del doppio del Pd e tre volte più di Marco Travaglio”.
Il giornalista però si dimentica di specificare in quanto tempo “l’uomo più potente d’Italia” (ma completamente sconosciuto agli italiani) sia riuscito a superare tutti i maggiori esponenti politici del M5S e uno dei giornalisti italiani più famosi.
E aggiunge che “in un solo mese il numero di interazioni su Facebook generato dalle pagine politiche «unofficial» ha raggiunto livelli paragonabili a quelli dei media tradizionali e ha superato di netto le pagine «official», quelle dei partiti e di tutti i loro esponenti principali”.
Poi allega lo screenshot di alcuni post di pagine Facebook cosiddette “unofficial”, includendo un link pubblicato dalla pagina collegata al nostro sito “Silenzi e falsità della stampa italiana”. E su Twitter, condividendo il suo articolo, parla della “ascesa dei contenuti Facebook ‘unofficial’, che urlano, insultano e soffiano sul gioco dell’indignazione e della xenofobia”.
I contenuti xenofobi magari li avranno pubblicati altri, noi di certo no, ma tutto fa brodo quando si vuole screditare l’informazione libera.
Andiamo avanti, perché il bello viene alla fine: Fubini afferma di aver usato i dati ricavati dall’analisi di un consulente del Pd, Alessio De Giorgi, amministratore della pagina “Matteo Renzi news”.
Ma attenzione, siccome è di parte – sottolinea Fubini – “il Corriere ha chiesto a un analista indipendente di verificare tutti i dati”.
E a chi hanno chiesto? A Pagella Politica, che ha rilevato “casi, anche maldestri, di pagine «unofficial» orientate in realtà dal Pd “, ovvero casi come quelli della pagina “Matteo Renzi news”, del consulente Pd interpellato dal Corriere, di cui Fubini però non parla.
Quanto a Pagella Politica, siamo sicuri che siano davvero indipendenti? Perché il 28 marzo scorso, in un articolo di fact checking per l’AGI, convalidarono una fake news del deputato del Pd Andrea Romano sull’Associazione Rousseau e il M5S. L’AGI dovette rettificare e chiedere scusa ai propri lettori, alla faccia del fact checking.
Federico Fubini e i potenti d’Italia e del mondo
L’aspetto tragicomico di tutto ciò è che i veri potenti d’Italia, semmai, è la famiglia Benetton, che oltre a possedere la società Autostrade (che gestisce metà della rete autostradale italiana e il ponte crollato a Genova) detiene tramite la Edizione Srl il 5,1% di Rcs MediaGroup, che controlla Il Corriere della Sera per cui lavora Federico Fubini.
Altro che muratori disoccupati: questa gente incassa miliardi grazie alle concessioni, possiede o controlla in qualche modo i principali quotidiani del Paese, e poi – guardacaso – si legge in uno di questi che i veri potenti sono disoccupati che magari rilanciano su Facebook notizie di siti e blog di controinformazione che nei loro giornali non leggi.
Fubini non è legato soltanto ai potenti di casa nostra: fa anche parte dell’European Advisory Board della Open Society Foundation di George Soros, il finanziere che con le sue speculazioni nel 1992 fece crollare la lira, che si spende a favore dell’immigrazione e che ha tentato di influenzare l’esito della Brexit.
Soros sta mettendo il naso nell’informazione italiana
Soros, come abbiamo raccontato in un post nel maggio scorso, mette il naso anche nelle faccende del nostro Paese finanziando “Mapping Italian News”, un rapporto farlocco creato da professori universitari in partnership con Repubblica e RaiNews24 che mira a “creare una mappatura della copertura mediatica su temi politici prodotta dai media italiani”, individuando i casi di “informazione problematica”, ovvero – diciamo noi – tutto ciò che non rientra nella narrazione ufficiale e che è scomodo all’establishment.
In questo report Silenzi e Falsità è stato definito un sito “Hyper-Partisan”, ovvero sito “di parte” o “fazioso”, una categoria nella quale rientrano anche siti di bufale, siti poco attendibili e siti copia-incolla.
La nostra colpa – spiegavamo – per essere considerati “di parte” ed essere relegati nel girone delle “fake news” dev’essere quella di aver dato voce alle notizie riguardanti il Movimento 5 Stelle e la politica estera che vengono sottaciute, ignorate e persino censurate ogni giorno dai media mainstream come “Repubblica” o il “Corriere della Sera” di cui Fubini è vicedirettore.