Le previsioni di Banca d’Italia, ‘governata’ dal Pd Visco, usate dai giornaloni per spargere il veleno del pessimismo paralizzante e dell’incertezza contro il Governo Conte

Chi ha studiato anche superficialmente gli elementi di base della scienza economica, sa che gli aspetti psicologici degli attori economici giocano un ruolo decisivo nello sviluppo economico.
In altre parole se l’attore che consuma, cioè tutti i consumatori, e l’attore che investe, tutti gli imprenditori, hanno aspettative positive per il futuro, aumenteranno sia i consumi che gli investimenti, volani indispensabili per il generale benessere di una nazione.
Se invece le aspettative dei consumatori e degli investitori sono negative, si tenderà al risparmio e al rinvio delle decisioni della spesa per i consumi e dell’attuazione dei piani di investimento.
In quest’ultimo caso vi sarà minore circolazione della moneta e ad essere avvantaggiato sarà chi è in possesso di abbondanti risorse finanziarie, le quali, essendo poche, saranno ancora più preziose e più valutate. Chi vive di rendita ha di che rallegrarsi: i soldi che ha renderanno ancora di più e diventerà ancora più ricco senza far nulla.
Invece, sempre in caso di rallentamento della circolazione monetaria, chi subirà le conseguenze negative che peggioreranno il suo tenore di vita sarà chi è meno abbiente, a partire dalla classe media in giù.
Ora, le aspettative possono maturare in maniera spontanea e autentica, cioè tramite un giudizio informato e consapevole legato alla reale situazione del mercato, oppure in maniera indotta, tramite cioè un giudizio che si forma sulla base di informazioni che sono viziate da interessi politici o economici oppure da entrambi messi insieme.
Il Bollettino Economico trimestrale n. 1 – 2019 di Banca d’Italia reso pubblico ieri riporta una previsione, sottolineiamo il termine previsione, che riduce la stima di crescita del PIL dal 1% del Governo Conte, allo 0,6%, ovvero dello 0,4% in meno. Non si tratta una correzione di poco conto: si tratta di una previsione che abbassa del 40% la previsione del nostro Governo. In pratica quasi la dimezza.
Sulla base di che? Nel citato Bollettino si scrive: ‘La proiezione centrale della crescita del PIL è pari allo 0,6 per cento quest’anno, 0,4 punti in meno rispetto a quanto valutato in precedenza. Alla revisione concorrono: dati più sfavorevoli sull’attività economica osservati nell’ultima parte del 2018, che hanno ridotto la crescita già acquisita per la media di quest’anno di 0,2 punti; il ridimensionamento dei piani di investimento delle imprese che risulta dagli ultimi sondaggi; le prospettive di rallentamento del commercio mondiale’.
Vengono invece ritenuti ‘moderatamente positivi gli effetti sulla crescita dell’accordo raggiunto dal Governo con la Commissione europea’.
Viene da chiedersi come mai il mancato accordo con la Commissione UE sarebbe stato fatale per la nostra economia, mentre l’accordo raggiunto avrebbe solo effetti ‘moderatamente positivi’.
Vi è una evidente sproporzione degli effetti tra scenari opposti che lascia parecchio dubbiosi sulla oggettività dell’analisi e delle conclusioni.
Sempre in tema di obiettività delle analisi di Banca d’Italia, non si fa alcun cenno agli effetti espansivi sulla nostra economia del Reddito di Cittadinanza e delle pensioni a Quota 100, degli investimenti pubblici programmati dal Governo per stimolare l’economia, tra i quali vi è lo stanziamento di 1 miliardo di euro per favorire la nascita e lo sviluppo delle start up, e cioè delle nuove aziende innovative ad potenziale di sviluppo.
La diffusione di questi dati da parte di una autorità che ha il crisma dell’indipendenza il giorno dopo che il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto attuativo di Reddito di Cittadinanza e Quota 100, non poteva non provocare l’attenzione morbosa da parte dei giornaloni, ai quali non è sembrato vero di poter aver subito l’occasione di sminuire e porre dubbi sulla più importante riforma del Governo Conte.
Il Governatore di Banca d’Italia scelto da Draghi e dal PD di Napolitano, Ignazio Visco, non poteva non cogliere il sicuro effetto collaterale della diffusione di previsioni così contrastanti con quelle del Governo, soprattutto nel giorno successivo a un grande successo politico.
Sta di fatto che queste previsioni di Banca d’Italia si prestano a essere usate dai media antigovernativi, cioè quasi tutti, per cercare di togliere credibilità e affidabilità a quelle del Governo Conte. L’effetto psicologico che si cerca così di produrre è che esso agisca in maniera scoraggiante e deprimente sul percorso di maturazione delle decisioni di consumo e di investimento e così provocare risultati deleteri per la crescita economica.
Quindi la combinazione risultante da queste previsioni ‘correttive’ di Banca d’ Italia, sulla cui attendibilità non possono che ravvisarsi notevoli dubbi, con il clamore negativo costruito dai giornaloni anti governativi, provocano degli effetti psicologici, come definiti prima, indotti, nel senso che maturano non da analisi oggettive consapevoli, ma, appunto, da stati emotivi influenzati dal combinato tra dati previsionali ‘indipendenti’ e le campagne mediatiche antigovernative.
Si mira in altre parole a mantenere un clima di incertezza che scoraggi consumi e investimenti e così poter avere di che accusare il Governo Conte per l’economia che non decolla e che invece ristagna o addirittura regredisce.
Non si esita a fare il male al proprio Paese pur di avere occasione di attaccare il Governo 5 Stelle – Lega.
Questo è il fuoco amico anti italiano di nostri connazionali che mettono al di sopra di tutto i loro interessi politici ed economici, la conservazione delle loro posizioni di potere. Posizioni di potere da utilizzare non per il bene del nostro popolo, ma per proteggere gli interessi di un circolo molto ristretto di capataz dei tempi andati che vogliono impedire a qualsiasi costo qualsiasi cambiamento che li possa minacciare.
Tutti noi cittadini siamo chiamati a esercitare una continua e perseverate azione di vigilanza per stroncare sul nascere tutto ciò che possa essere di impedimento allo sviluppo economico e sociale dell’Italia.