Recessione, Renzi dà la colpa a Di Maio: ‘Tragedia disperata di un uomo ridicolo’

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Matteo Renzi ha individuato nel governo Conte il responsabile della recessione.

“Siamo in recessione e naturalmente Di Maio dà la colpa Pd, ai governi precedenti, a me. È la tragedia disperata di un uomo ridicolo,” ha replicato l’ex premier a Luigi Di Maio, che oggi ha dichiarato:

“I dati Istat sul Pil testimoniano una cosa fondamentale: chi stava al governo prima di noi ci ha mentito, non ci ha mai portato fuori dalla crisi e il fallimento della legge di Bilancio di Gentiloni”.

Secondo il vicepremier 5Stelle “non ci sarà bisogno di correggere le stime, nonostante siamo in una congiuntura economica difficile. Il 2019 è il primo anno in cui avranno effetti le misure messe in manovra”.

Di Maio ha poi aggiunto: “Dicevano che la crisi era finita” e invece oggi con i dati Istat vediamo “il fallimento di una intera classe politica che gli italiani hanno mandato a casa il 4 marzo”. Ancora: “Io non credo che ci sia bisogno di correggere le stime, nonostante siamo in una congiuntura economica difficile”. Sui numeri – sempre pubblicati dall’Istat – ha proseguito: “Ci dicono che siamo ai minimi sulla disoccupazione dai tempi precrisi. Le balle sul dl Dignità erano balle, non abbiamo perso posti di lavoro con il decreto”.

Il leader 5Stelle ha anche affermato che le elezioni europee saranno “un referendum sull’austerity. Ai cittadini europei verrà chiesto: volete che si continui a tagliare welfare e diritti per finanziare un debito che comunque continua a crescere o volete che si cominci ad aiutare le persone che hanno bisogno per far crescere l’economia?”

Sempre in relazione all’Ue, Di Maio ha dichiarato: “È arrivata una lettera dell’Unione europea che dice non possiamo utilizzare la misura per risarcire i truffati delle banche. Sono 1,5 miliardi di risarcimento. Ci dicono non lo potete fare? Noi lo facciamo e basta. Per noi i truffati della banche vanno risarciti, punto – ha aggiunto – non possono essere messi in mano a un collegio arbitrale. L’Europa se ne deve fare una ragione”.

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