Taglio parlamentari, Pd: ‘Taglio della democrazia’. La replica del M5S: ‘Scuse banali per bloccare la riforma’

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Pare che non tutti i parlamentari siano favorevoli al disegno di legge avanzato dal Movimento 5 Stelle che riguarda una riduzione degli eletti alle camere da 630 a 400 a Montecitorio e da 315 a 200 a Palazzo Madama.

Per il il Partito democratico, che la scorsa legislatura presentava la stessa proposta, si tratta di “un’arma di distrazione di massa per nascondere il fallimento delle loro scelte economiche” come ha spiegato Maurizio Martina, il quale ha anche detto “sì al taglio dei parlamentari, basta bicameralismo perfetto” e “no a spot, sì a riforme utili”.

Ugualmente la deputata Debora Serracchiani ha detto che “il vero obiettivo dei 5 stelle è il taglio della democrazia” rendendo “sempre più ininfluente il Parlamento”, e presto “anche Patuanelli e i suoi non serviranno a niente” ma il capogruppo M5S al senato, Stefano Patuanelli, ha replicato dicendo che “sono scuse banali per bloccare la riforma” ma “noi riteniamo che vada fatta chiarezza verso i cittadini, noi vogliamo tagliare queste poltrone costose con un risparmio di circa mezzo miliardo in una legislatura”.

Anche il vicepremier Luigi Di Maio intende procedere speditamente per raggiungere questo obiettivo, infatti ha dichiarato che “entro il 2019 dobbiamo fare in modo che questa maggioranza e questo governo approvi il taglio di 345 parlamentari. L’obiettivo che ci poniamo è di approvare entro aprile, almeno al Senato, la legge sul taglio dei parlamentari”.

Gli esponenti di Forza Italia sono favorevoli al taglio dei parlamentari ma all’interno di una riforma organica della Costituzione perché fatto così sembra solamente uno spot elettorale, infatti il senatore Sandro Biasotti ha affermato che “il taglio dei parlamentari non è un’esigenza degli italiani è fuffa demagogica. Si va avanti con la logica dello spot. Il Parlamento è stato già annacquato, non discute di nulla, neppure della legge di Bilancio”.

Unitamente, l’associazione dei collaboratori parlamentari ha affermato che “il riduzionismo dell’attività parlamentare a un ‘costo’ mortifichi la funzione parlamentare”.

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