Macron, ora devi rispettarci: l’Italia a 5 Stelle ha la schiena dritta. I tempi di Berlusconi e Renzi sono Finiti

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Emmanuel Macron ha richiamato in patria l’ambasciatore della Francia in Italia.

Il motivo dichiarato di questo gesto volutamente clamoroso è il risentimento di Macron per l’incontro di Luigi Di Maio con i Gilet Gialli di qualche giorno fa in Francia per concordare come muoversi insieme a livello europeo, anche in vista delle prossime elezioni europee.

Questo incontro viene considerato da Macron una ingerenza negli affari interni del suo Paese.

Monsieur Le President, che ormai la stragrande maggioranza dei francesi vuole cacciare via al più presto, adotta con spocchia e saccenteria il doppio standard cui lo hanno abituato i governi PD e FI.

Il doppio standard francese durante i governi PD e FI in due battute è stato questo: ciò che posso fare io non lo puoi fare tu.

I francesi possono respingere i migranti, l’Italia no.

I gendarmi francesi possono varcare impunemente i confini italiani, ma gli italiani non possono minimamente pensare di fare altrettanto con i confini francesi.

I francesi possono mettere le mani sulla BNL, la terza banca italiana, sulla TIM, il più grande operatore telefonico italiano, sulla Parmalat, tra i più grandi gruppi alimentari italiani, ma figurarsi se qualcosa anche di valore neanche minimamente paragonabile potrebbe essere permesso in Francia. Basta vedere quello che è successo a Fincantieri.

I francesi possono permettersi di esprimere l’Amministratore Delegato di Unicredit, seconda banca italiana, tale Jean Pierre Mustier, ma immaginiamo se potremmo mai pensare di fare noi qualcosa del genere con la seconda banca francese.

I francesi hanno messo le mani su Generali, la nostra più grande compagnia di assicurazioni e tra le più grandi al mondo, nominando un francese come Amministratore Delegato e CEO Group (capo di tutto il gruppo societario), tale Philippe Donnet, immaginate cosa sarebbe potuto succedere a parti rovesciate. E l’elenco non è mica finito.

Ecco come la follia insipiente, incompetente e irresponsabile di PD e FI ha permesso di fare ai francesi ciò che mai essi avrebbero permesso a noi.

Alla luce di questi fatti concreti, il nuovo governo italiano, per rispondere in maniera adeguata al gesto cosa dovrebbe fare?

Prima di tutto non rispondere sullo stesso piano.

In secondo luogo continuando a fare le cose che faceva. Sarebbe ridicolo che ora, a seguito di questo gesto di Macron, Di Maio non incontri più i Gilet Gialli. C’è piuttosto da temere che loro vengano intimiditi e venga vietato nei fatti di incontrare di nuovo Di Maio.

Ma certo non sarà Di Maio a tirarsi indietro.

Non è possibile intimidire il Capo Politico dei 5 Stelle.

Macron deve capire che l’Italia ha dirigenti politici di pasta completamente diversa da quelli a cui era abituato.

E’ bene che si adatti in fretta a questa novità che durerà non solo per la sua presidenza, supposto che il popolo francese che lo lasci ancora lì, ma anche per le successive.

Sicuramente indietro allo sfascio PD e FI non si torna.

Le scorribande francesi in terra italiana sono finite.

E’ inutile che si agiti e che schiumi rabbia.

Si dia pace, Monsieur Le President.

Per il tempo che ancora lo sarà: i francesi sembrano impazienti di mandarla a casa.

3 COMMENTS

  1. Ci sono RAZZISTI che per il colore e ci sono RAZZISTI per tutto. La figura del soggetto francese in causa lo rappresenta per tutto. Sono d accordo di queste decisione, sperando chè lo presidont capisca chiaramente che itempi del pd e di berlusca, quando lex presidont detto ilSARCOSÌ si divertivano insieme alla merkel a deriderlo pubblicamente = ALLA PRESA X IL CULO. MACRO/LINO, i tempi cambiano, ed è tempo di CAMBIAMENTO, anche in casa tua. W i Gilet jallo. E non finisce QUÌ.

  2. Nell’articolo omettere di dire che i governi precedenti di Berlusconi erano con la Lega di Matteo Salvini e che questi non ha certo brillato come parlamentare e che adesso governa con i 5 Stelle. Il vostro è giornalismo spazzatura.

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