“C’era qualcuno che aveva rifilato a Roma Capitale delle bobine di nichel a garanzia di un credito e c’era chi le aveva accettate in pegno”.
Lo ha scritto il sindaco di Roma, Virginia Raggi, in un post pubblicato sul blog delle stelle, sottolineando che “ci sarebbe da ridere se chi ha amministrato prima non avesse messo davvero nero su bianco per anni e anni, a partire dal 2011, quei presunti ‘incassi'”.
“Noi abbiamo capito che era impossibile vendere il nichel, abbiamo eliminato dal bilancio quelle entrate fasulle e e abbiamo avviato le azioni necessarie per il reale recupero di questi 38 milioni” ha fatto sapere.
“I 13 miliardi di euro di debito che noi romani e italiani abbiamo ereditato e siamo costretti a pagare ogni anno con le nostre tasse fino al 2048 (è il famoso debito di Roma che portiamo sulle spalle) sono formati da tanti casi come questo: potrei citare le inchieste di ‘asfalto e mazzette’, le case vista Colosseo affittate ai partiti per 13 euro al mese ed altre ‘sorprese’ di questa natura” ha spiegato la Raggi.
“Poi c’è l’ulteriore miliardo e trecento milioni che dal 2008 le amministrazioni precedenti hanno continuato ad accumulare anche dopo che lo Stato ha appianato il debito pregresso” ma “la mia amministrazione non solo non ha creato nuovi debiti ma, anzi, ha ridotto di oltre 200 milioni quelli fatti dai ‘rapaci’ di prima: a Roma i debiti li chiamiamo ‘buffi’ ma davvero c’è poco da ridere” ha aggiunto.
“La storia della bobina di nichel fa venire in mente un vecchio film di Nanni Loy: ‘Pacco, doppio pacco e contropaccotto’. Il ‘pacco’ è quello che hanno rifilato all’amministrazione con la bobina di nichel; il ‘doppio pacco’ è che qualcuno per tanti anni lo ha iscritto a bilancio; il ‘contropaccotto’ è quello che, stavolta, gli rifiliamo noi” ha detto ancora l’esponente pentastellata.
“Il nichel? No, grazie. Pagate i debiti che avete nei confronti di Roma, dell’Italia e dei cittadini. Una volta tanto c’è una storia a lieto fine da raccontare e noi la scriviamo insieme a voi” ha concluso.