Cairo, tramite i suoi giornalisti del Corriere, scimmiotta Fassino nel fare il profeta di sventura. Il miglior auspicio per il Governo Conte!

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Urbano Cairo non ha il fisico per fare il profeta, tanto meno il profeta di sventura. Ci vuole il fisico per fare il profeta. L’aspetto spettrale, ieratico di Piero Fassino è perfetto.

Piero Fassino è scheletrico, e lungo. Urbano Cairo è tarchiato, non alto di statura come Fassino, ben pasciuto, mica trasparente sì da sembrare un fantasma come l’ex sindaco di Torino.

Ciononostante Cairo non ha resistito ad assumere un ruolo di cui non sembra avere i fondamentali, almeno sul piano fisico.

È vero che sono non pochi quelli che vedono l’Urbano alessandrino in altri ruoli, vuoi come leader del centrodestra, in competizione con Salvini, vuoi come partner apportatore di carburante finanziario per il decollo definitivo di Salvini, il quale ultimo poi, una volta stretta l’alleanza con lui, data la sproporzione della stazza finanziaria, non ne sarebbe altro che il portavoce.

Se fate un rapido giro con Google trovate abbondanza di materiale: al riguardo si è sviluppata una vera e propria letteratura.

Ma Urbano Cairo non ha resistito a scendere in campo per un’altro tipo di sfida, su cui, fino ad oggi, non risulta essersi cimentato, ne si avvertivano avvisaglie che avesse intenzione di farlo.

Per la verità sorge il dubbio che una sorta di prova generale l’avesse fatta tempo fa.

Naturalmente il tipo è accorto, quindi le sfide pericolose non le fa direttamente, ma per interposta persona, tanto più che di persone a disposizione che, volentieri o malvolentieri, rischiano per lui, ne ha in abbondanza.

Facciamo un po’ di memoria insieme.

Ricorderete che quando ancora la Commissione UE, in particolare nelle persone di Junker e Moscovici, non aveva ancora deciso se approvare oppure no la manovra finanziaria italiana, il Vice Direttore del Corriere Della Sera Federico Fubini, si lascio andare il 1° novembre a questa profezia: “Deficit, pronta la procedura Ue. La decisione attesa il 21 novembre”. Diffuse questa notizia con il massimo dell’enfasi e con il massimo del clamore.

Ebbe la baldanza, la supponenza e l’arroganza di dare per vera e come accaduta una “notizia che non c’è”.

E la diede a caratteri cubitali a tutta prima pagina.

E Nonostante nello stesso Corriere – però in un angolo sperduto del giornale – il corrispondente da Bruxelles Ivo Caizzi la smentisse categoricamente.

A mia memoria questo fu il primo tentativo, la prima prova generale, di vaticinio da parte di Cairo tramite uno dei suoi uomini al Corriere.
La prima prova generale finì male, molto male.

Infatti la la profezia vaticinata dal vice direttore del Corriere di Cairo non si verificò.

Non solo, Ivo Caizzi indirizzò una lettera al Comitato di redazione, rimasta senza risposte, in cui accusava Fubini di avere infangato l’autorevolezza del giornale diffondendo una notizia falsa.

Caizzi metteva in evidenza come, dal suo osservatorio privilegiato di Bruxelles, tentava invano di far sapere ai lettori che le cose stavano all’opposto di come le raccontava Fubini: Commissione, Ecofin ed Eurogruppo lavoravano a una mediazione con Roma per scongiurare la procedura. Con tanto di conferme dei presidenti di Eurogruppo ed Ecofin. Ma i suoi pezzi, come abbiamo abbiamo fatto cenno prima, venivano lasciati ai margini del giornale in trafiletti praticamente invisibili o persino smentiti dallo stesso Fubini.

Ma Cairo non è il tipo che si arrende facilmente, così oggi fa una seconda prova generale di profezia. Però questa volta, non si fida di Fubini. Cairo, allevato ed addestrato da Berlusconi, non dà una seconda chance a nessuno dei suoi: quando si sbaglia si è fuori dalla grazia del padrone.
Quindi fa il secondo tentativo di profezia tramite, non uno, dei suoi giornalisti, ma due.

Per prudenza, meglio abbondare.

Così oggi Francesco Verderami e Marco Cremonesi firmano un articolo con il titolo: ‘L’ombra del voto in autunno: un governo per la Finanziaria’.

Il sottotitolo precisa:
‘I numeri decisivi per le sorti dell’esecutivo Conte non verranno dalle urne regionali ed europee, ma dall’andamento dell’economia’.
Il profeta alessandrino Urbano Cairo, tramite la sua Bocca della Verità del fedele duo del giornalismo un tanto al chilo Verderami e Cremonesi, inizia l’articolo con queste solenni parole: ‘I prossimi cento giorni del governo potrebbero anche essere gli ultimi’.

Il De Profundis (ovvero, nel linguaggio comune, l‘abbandono definitivo, di un’idea, di un progetto, di un’istituzione) viene recitato a cori alterni dai sacerdoti profeti Verderami e Cremonesi.

Presiede la laica e blasfema celebrazione e dirige il coro il sommo profeta e sacerdote della pubblicità e media ad essa collegati Urbano Cairo. Concelebra con lui Piero Fassino.

Il Governo Del Cambiamento, il Governo del Popolo, non può che felicitarsi e aspettarsi lunga vita: ad multos annos Presidente Conte!

2 COMMENTS

  1. URBANO CAIRO PER ANNIENTARLO :NON LEGGERE IL CORRIERE E NON GUARDARE LA 7 PERCHÉ SONO INFAMONI TUTTI E DUE .BOICOTTARE LA FALSA INFORMAZIONE E UN OBBLIGO MORALE PER TUTTI NOI.CHI NON LO FA NON AMA L’ITALIA .LA VERA INFORMAZIONE LA DA SILENZI È FALSITÀ. BRAVI E COMPLIMENTI.

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