Secondo quanto emerso da fonti di Palazzo Chigi, ieri mattina la Procura di Catania ha notificato la richiesta di archiviazione sul caso Diciotti per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per il vicepremier Luigi Di Maio e per il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli.
Ora la decisione spetta ai giudici del tribunale dei ministri dei Catania, che hanno 90 giorni per decidere sul caso del premier, del vicepremier e del ministro dei trasporti.
Potranno svolgere ulteriori indagini e poi decidere di archiviare il caso o al contrario chiedere l’autorizzazione a procedere anche per i tre.
Il tribunale dei ministri è composto da Nicola La Mantia, Sandra Levanti e Paolo Corda, gli stessi magistrati che aveva deciso di chiedere l’autorizzazione a procedere per Salvini.
L’indagine su loro tre è stata necessaria dopo che il Senato ha inviato alla procura siciliana i documenti dei tre esponenti del governo, allegati alla memoria difensiva presentata da Salvini.
Nel suo documento, Conte ha dichiarato che “le determinazioni assunte sono riconducibili a una linea di politica sull’immigrazione che ho condiviso con tutti i ministri competenti, in coerenza con il programma di governo”.
Mentre Di Maio e Toninelli hanno assicurato che “l’azione del governo e le decisioni del ministro dell’Interno ad esse relative sono da imputarsi collegialmente in capo anche ai sottoscritti”.
Il ministro per la pubblica amministrazione Giulia Bongiorno nel corso di un’intervista concessa al Corriere Live, è intervenuta per parlare del ruolo che il vicepremier leghista e il ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha avuto nella vicenda, e ha affermato: “Voglio dire una cosa, con grande nitidezza: sulla vicenda Diciotti non c’è stata alcuna elusione della legge da parte di Salvini” infatti “la legge prevede esplicitamente che i magistrati trasmettano gli atti al fine di verificare se esiste o meno l’interesse pubblico”.
“Se esiste è come se mancasse un pezzo di reato”, e per rinunciare al voto della giunta “Salvini avrebbe dovuto mentire, avrebbe dovuto dire ‘non c’era un interesse pubblico’. Era impossibile in questo contesto dire ‘votate contro di me'” ha aggiunto l’avvocato Bongiorno.