Formigoni condannato a 5 anni e 10 mesi in Cassazione: va in carcere

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Formigoni

“E’ stato condannato a 5 anni e 10 mesi, con un leggero sconto di pena per prescrizione, l’ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni accusato di corruzione nel processo Maugeri-San Raffaele. Lo ha deciso la Cassazione, che ha respinto anche gli altri ricorsi dei coimputati”.

Lo riporta l’ANSA.

“Con la condanna definitiva già da domani potrebbero aprirsi le porte del carcere per Formigoni. Infatti, non appena verrà trasmesso il dispositivo della sentenza della Cassazione, il sostituto pg Antonio Lamanna, titolare del fascicolo, emetterà l’ordine di esecuzione della pena. Ordine che verrà immediatamente eseguito a meno che, come probabile, Formigoni non si costituisca spontaneamente,” si legge sul sito web dell’agenzia.

Formigoni, politico di centrodestra che ha governato la Lombardia dal 1995 al 2013, è stato accusato di corruzione per i presunti fondi neri creati dalla Fondazione Maugeri, e dall’ospedale San Raffaele.

Secondo l’accusa, tra il 1997 e il 2011, Formigoni attraverso delibere della giunta ha aiutato i due enti a creare fondi neri in cambio di favori, come lussuose vacanze sugli yacht con Antonio Simone, ex assessore alla Sanità, e Pierangelo Daccò, uomo d’affari.

Questi ultimi lo scorso maggio riuscirono a patteggiare la pena nel processo d’appello, mentre venne respinta dalla Procura la richiesta dell’ex presidente di uscire dal processo con due anni di carcere.

Ma con la nuova legge ‘spazza-corrotti’, se la Cassazione confermasse la condanna a qualsiasi tipo di pena, Formigoni andrebbe in carcere, perché il reato di corruzione è tra quelli ‘ostativi’ che escludono misure alternative al carcere. Precedentemente, per una pena inferiore ai 4 anni, era possibile fare richiesta per misure alternative anche per il reato di corruzione.

Tuttavia, Formigoni ha più di 70 anni per cui una volta detenuto, potrebbe chiedere al Tribunale di Sorveglianza di certificare un’incompatibilità col carcere ed ottenere eventualmente la detenzione domiciliare, ma tutto ciò dovrebbe essere valutato dai magistrati.

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