Mafia Capitale, Alemanno condannato a 6 anni

0
56
Finanziamento-illecito-per-Alemanno

Il Tribunale di Roma ha condannato l’ex sindaco della capitale Gianni Alemanno a sei anni, un anno in più di quanto aveva chiesto il pm Luca Tescaroli.

“Si chiude così in primo grado” riporta Adnkronos “la vicenda di una presunta corruzione in cui Alemanno è accusato di aver ‘piegato la sua funzione di sindaco’ agli interessi dei ‘corruttori’ Salvatore Buzzi, l’ex ‘ras’ delle cooperative, e dell’ex Nar Massimo Carminati, ottenendo in cambio, secondo l’accusa, circa 223.500 euro, considerato il prezzo del reato di corruzione, che sarebbe avvenuta tra il 2012 e il 2014. Una cifra aumentata oggi dai giudici, che hanno stabilito anche una confisca di 298.500 euro”.

I legali di Alemanno, Pietro Pomanti e Franco Coppi, avevano chiesto di assolvere l’ex primo cittadino di Roma “con la formula più ampia possibile dalle accuse di corruzione e finanziamento illecito”.

I due avevano spiegato: «”Nel milione di intercettazioni telefoniche e ambientali della maxindagine non ce n’è una in cui si dica che ha preso soldi da sindaco o che è un corrotto o che ha compiuto qualcosa che non avrebbe dovuto fare: quei 10mila euro dati da Formula Sociale altro non erano che un regolare versamento tramite bonifico che riguarda la Fondazione Nuova Italia”.

Alemanno ha dichiarato in merito alla condanna:

“Siamo in presenza di una sentenza sbagliata. Ricorreremo sicuramente in appello dopo aver letto le motivazioni. Io sono innocente l’ho detto sempre e lo ribadirò davanti ai giudici di secondo grado”.

Nella requisitoria il pubblico ministero aveva affermato che l’ex primo cittadino è stato “‘uomo politico di riferimento dell’organizzazione Mafia Capitale all’interno dell’amministrazione comunale, soprattutto, in ragione del suo ruolo apicale di sindaco. Inserito al vertice del meccanismo corruttivo – ha detto Tescaroli nell’udienza dell’8 febbraio scorso – ha esercitato i propri poteri e funzioni illecitamente e curato la raccolta delle correlate indebite utilità, prevalentemente tramite terzi propri fiduciari per schermare la propria persona. Gli uomini di fiducia, indagati e alcuni anche condannati nel maxiprocesso, sono stati proiezione della persona di Alemanno, che ha impiegato per la gestione del proprio potere, e si sono interfacciati con gli esponenti apicali dell’organizzazione, suoi corruttori (Buzzi e Carminati)”.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here