Secondo Francesco Erspamer, professore di studi italiani e romanzi ad Harvard e attivista del M5S, i 5Stelle sono in difficoltà sul terreno della propaganda perché non hanno degli organi d’informazione propri e non ha una rete organizzativa territoriale.
Ma c’è un terzo problema per il M5S, per Erspamer: il “qualunquismo massimalista” di una piccola parte degli esponenti pentastellati:
“Parlo di quelli che chiedono di rimettere in discussione Di Maio” scrive il professore su Facebook “e di porre fine all’alleanza con la Lega e dunque al governo in nome di princìpi irrinunciabili che in realtà non sono mai stati altro che mezzi, meri strumenti da abbandonare appena rivelatisi inefficaci e che invece sono stati feticizzati (parlo del limite dei due mandati e dell’opposizione pregiudiziale all’immunità parlamentare e in generale dell’antistatalismo). Il loro mantra è che si sia diventati succubi di Salvini”.
“Davvero? Se contate le leggi approvate finora (non quelle annunciate dai giornali liberisti e dai profeti liberal),” sottolinea “finora il M5S ha ottenuto molto di più della Lega: solo che i leghisti si accontentano e vantano i loro successi (aiutati dalla stampa); alcuni pentastellati invece non fanno che lamentarsi (aiutati anche loro dalla stessa stampa), come se avessero o realisticamente potessero conquistare il 50%. Non lo avremo mai il 50%, non lo ottenne neppure la DC e neppure nel 1948, e non credo che nessun partito italiano riuscirà a superare quella soglia, se non con leggi truffa elettorali. Del resto a me l’assenza di una maggioranza assoluta pare solo un bene: mi piace la frammentazione, garanzia di democraticità, e per questo sono per il proporzionale puro”.
“In ogni caso” spiega “se adesso il M5S abbandonasse il governo per regredire nostalgicamente nel suo adolescenziale donchisciottismo, farebbe un enorme favore alla Lega e ancor di più al Pd, che infatti stanno aizzando in ogni modo i cattopentastellati, memori del ruolo giocato dai cattocomunisti nella dissoluzione del PCI. È una deriva avventurista che va respinta con chiarezza e decisione e il Movimento può maturare e rafforzarsi proprio respingendola. Si deve dunque andare avanti con le riforme strutturali, consapevoli che i nostri avversari sono più forti e più numerosi di noi (all’incirca il doppio) e che dunque ci toccherà fare molti compromessi e essere molto, molto abili per riuscire a realizzarle”.
“L’obiettivo è far durare la legislatura per altri quattro anni e arrivare alle prossime elezioni in un’Italia diversa e non più disponibile ad accettare la restaurazione iperliberista che, se vincitrice, la coalizione di destra tenterà, sapendo di poter contare sull’incondizionato appoggio di liberal e piddini. Ma se le regole del gioco saranno state cambiate, la destra fallirà e la Lega sarebbe la prima ad andare in pezzi. Si aprirebbe allora una nuova fase, con vittorie e sconfitte ma finalmente fuori dal totalitarismo liberista,” conclude Erspamer.
Sotto: il post di Francesco Erspamer su Facebook