La legittima difesa “sarà approvata entro marzo” diceva Matteo Salvini, ma sembra che non tutti i pentasellati siano d’accordo nell’approvare il provvedimento, eppure Salvini ha sostenuto che il rinvio al 5 marzo ci sia stato solo per ragioni tecniche, ugualmente Alfonso Bonafede ha detto che con gli alleati del governo non c’è “nessuno scontro, anzi, la norma è pienamente condivisa”.
Molti parlamentari del Movimento 5 Stelle tuttavia non sono dello stesso parere, al punto che il leader della Lega ha detto a Di Maio: “tieni i tuoi o salta tutto” ma Di Maio ha assicurato che “la legge è nel contratto e rispetteremo i patti”.
Ad alimentare la divisione, è stato il voto sulle mozioni sul contrasto all’immigrazione clandestina e mafia nigeriana. Nel testo, a firma dell’esponente di Fratelli d’Italia Francesco Lollobrigida ritorna il “Global Compact for safe, orderly and regular migration”, e si stabilisce che il governo non debba sottoscrivere l’intesa e “non contribuire in alcun modo al finanziamento del relativo trust fund”.
I voti a favore sono stati 112 voti e con l’astensione del Movimento 5 Stelle e della Lega, la mozione è passata.
Ma tre parlamentare dei 5 stelle Giuseppe Brescia, Valentina Corneli e Doriana Sarli, hanno votato a sfavore poiché contrari alle politiche migratorie degli esponenti leghisti e favorevoli all’intesa proposta dall’Onu.
Per quanto riguarda la questione delle autonomie delle regioni, il vicepremier leghista ha detto che “prendiamo atto che stiamo vivendo un momento storico: lo dimostrano le altre Regioni che hanno avanzato richiesta di autonomia. Pensiamo a Liguria, Piemonte, Campania, Toscana, Umbria e Marche. È una richiesta di buona amministrazione e di spesa trasparente che si sta diffondendo in tutto il Paese”.
Salvini ha già incontrato al Viminale il ministro per gli Affari regionali Erika Stefani, e i governatori di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia, e una volta ricevuto un documento di sintesi finale, si incontrerà anche con il premier Giuseppe Conte e il vicepremier Luigi Di Maio.