I pastori sardi, dopo essersi incontrati con gli industriali in Prefettura a Sassari il 25 febbraio, all’indomani delle elezioni regionali in Sardegna, si sono nuovamente riuniti ieri mattina 1 marzo a Tramatza, in provincia di Oristano.
L’incontro con gli industriali non ha portato infatti ai risultati sperati, per cui gli allevatori si sono confrontati sulla migliore strategia da seguire in vista della ripresa della trattativa con gli industriali, fissata per giovedì 7 marzo, a cui saranno presenti alcuni delegati scelti dai pastori stessi.
La trattativa infatti vede da una parte la proposta degli industriale di fissare il prezzo del latte a 72 centesimi al litro, mentre i pastori accettano, “come base minima”, 80 centesimi al litro per arrivare ad un euro.
“Partecipare è importante per dimostrare di essere uniti. Anche se siamo stanchi dobbiamo tenere duro”, queste le parole di incoraggiamento che si scambiano sui social i pastori, i quali durante la riunione hanno ribadito che la loro protesta continuerà anche attraverso gli assalti alle autocisterne e le minacce agli autisti.
Su questi comportamenti stanno indagando le forze dell’ordine, in particolare l’ultimo episodio si è verificato a Orune e Nule, dove martedì scorso all’alba due uomini incappucciati e armati hanno fermato un camion del latte e, dopo aver costretto il conducente a scendere e averlo legato ad un albero, hanno dato fuoco al mezzo.
Questi alcune delle dichiarazioni rilasciate dagli allevatori sardi:
“L’euro, per ora, ce lo dimentichiamo, almeno come acconto”.
“I politici, prima delle elezioni, ci chiamavano. Dopo il voto non riusciamo più a parlarci”.
“Restiamo uniti”.
“Chiediamo un filo diretto con il ministero”.
“Dobbiamo costruire un sistema nuovo e trasparente. Dobbiamo far partire l’Oilos, l’organismo interprofessionale di controllo che detta regole certe per tutti: industriali, Coop e noi produttori del latte”.
“In vista della Pasqua non entreranno agnelli da fuori prima che siano pronti i nostri”.