Pedullà, direttore de La Notizia Giornale: ‘Dopo le elezioni regionali è scattata l’offensiva contro il M5S sui soliti giornaloni’

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“La grande operazione ‘Diffama i Cinque Stelle’ va avanti da anni, ma dopo il voto in Abruzzo e Sardegna è scattata l’offensiva, con una raffica di storielle amplificate all’infinito e – vedi la coincidenza – finite tutte in prima pagina sui soliti giornaloni, come se i guai del Paese non offrissero ampia scelta tra i problemi veri. Così ieri questo un quotidiano metteva in massima evidenza le rivelazioni del ministro Tria in Parlamento sul ricatto subito dall’Italia per accettare il bail-in con la minaccia del ministro tedesco dell’epoca di spargere il panico sui mercati, sostenendo che stavamo per fallire”.

È quanto scrive Gaetano Pedullà, direttore de La Notizia Giornale, nel suo editoriale di venerdì 1 marzo.

Il giornalista osserva che “c’erano cose molto più importanti da far conoscere ai lettori, se possiamo considerare importanti le vicende sentimentali e di rapporti nel M5S della deputata Giulia Sarti, colpevole di non aver restituito una parte di quello stipendio che tutti i parlamentari di tutti i partiti non si sognano di privarsi”.

Quanto al Tav, Pedullà fa notare che l’uscita del senatore del M5S Alberto Airola (che ha minacciato di abbandonare il Movimento e portarsi via il simbolo se il governo dovesse dire Sì all’opera) è finita “nientepopodimeno che in apertura del sito di Repubblica”, alimentando “un giochino che vuole rappresentare gli eletti del Movimento come dilettanti, svitati e sull’orlo della scissione”.

“Formalmente” precisa “non si è scritta nessuna fake news, ma nella comunicazione non sempre serve mentire per convincerci tutti che pure gli asini volano”.

“Ora” commenta Pedullà “è chiaro a tutti che questa battaglia ambientalista è fondamentale nella storia della forza politica fondata da Grillo e Casaleggio, dunque è più che normale sentire alzarsi i toni, ma il simbolo dei pentastellati sicuramente non è di Airola. La boutade meritava quindi poche righe nelle cronache politiche”.

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