Di Maio: ‘Prossimi passi salario minimo e taglio del cuneo fiscale’

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“In Italia 2,5 milioni di italiani sono registrati come lavoratori, ma nessuno ha il coraggio di dire che sono poveri anche loro. Nessuno ha la forza di dire che sei povero, oggi, anche con un lavoro sottopagato. Ieri sul salario minimo ho lanciato una messaggio semplice e chiaro: facciamolo!”.

Così il vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, in un post sul Blog delle Stelle.

“Facciamolo perché è giusto” prosegue “Facciamolo perché è inaccettabile che ci siano ancora migliaia di giovani, donne, madri e padri di famiglia che percepiscono anche 3 euro l’ora. Con 3 euro l’ora non ci arrivi alla fine del mese. Con 3 euro l’ora odi il tuo lavoro, sei insoddisfatto, non puoi progettarti un futuro. E non è questa la nostra idea di Paese”.

“La proposta del MoVimento 5 Stelle” spiega Di Maio “prevede che un lavoratore non possa percepire meno di 9 euro lordi l’ora. Entro fine mese, questa proposta, la porteremo in Parlamento. E vedremo chi c’è. Sono pronto ad aprire un tavolo con tutte le forze parlamentari, gli imprenditori, i sindacati e altre parti sociali per portare a casa questo risultato”.

“Non ho preclusioni, non ho pregiudizi, ma il solo obiettivo di portare a casa il risultato, che affiancheremo a una proposta concreta sulla riduzione del cuneo fiscale,” conclude.

In un altro post, lunedì scorso, Di Maio ha spiegato:

“Il salario minimo orario è una misura che esiste in quasi tutta Europa, la adottano 22 paesi su 28, comprese Francia e Germania. L’Italia aspetta questa legge da decenni. La sinistra se ne è riempita la bocca per anni, ma quando è stata al governo non l’ha mai nemmeno posta in agenda.
Il MoVimento 5 Stelle in soli nove mesi la sta presentando: una legge, dunque, che restituisca dignità al lavoratore permettendogli di non essere più vittima del ricatto ‘questo è il lavoro: o così o vattene’.È inaccettabile che nel 2019 ci siano ancora migliaia di giovani costretti ad accettare una paga di 3 o 4 euro l’ora. Quello non è lavoro, è schiavitù. E in un Paese democratico questo non si può più tollerare”.

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