Il titolare di una impresa edile, un uomo di 65 anni, è morto cadendo dal tetto di una casa in ristrutturazione a Lurisia, in provincia di Cuneo.
L’uomo, avendo fatto un volo di una decina di metri, è morto sul colpo; sul posto si sono recati i vigili del fuoco, i carabinieri e i tecnici dello Spresal. Il corpo è nel cimitero di Mondovì a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Sempre in provincia di Cuneo, sabato scorso c’è stato un altro incidente mortale sul lavoro: a Borgo San Dalmazzo un operaio di 52 anni è morto travolto da sabbia e terra in una cava, essendo alla guida di un escavatore.
In una nota scritta dalle segreterie provinciali di Cgil e Fillea, si legge che la morte del 65enne è “l’ennesima tragedia che avviene nel silenzio assordante di chi non vuole affrontare il tema della sicurezza sul lavoro, in uno dei settori più a rischio dove gli infortuni gravi e mortali sono ormai all’ordine del giorno e dove la formazione sulla sicurezza spesso viene elusa per risparmiare sui costi”.
“Basti pensare alla piaga, presente anche nella nostra provincia, della mancata applicazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dell’edilizia nei cantieri. Oltre ad esprimere il nostro cordoglio alla famiglia, chiediamo al Governo che si attivi per l’applicazione delle norme sulla sicurezza e che si intensifichino i controlli. Drammi come questo non devono più ripetersi, la sicurezza sul lavoro deve diventare una priorità non più rinviabile. Non si può morire così, a 65 anni non si può più lavorare in in cantiere edile” si legge ancora.