Tav, Gardini (FI) a Pedullà: ‘I 5 Stelle sono contrari’. La replica: ‘Nessun documento dimostra che il M5S o Toninelli stiano bloccando una sola opera’

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Gardini-Pedullà

Ospiti al programma televisivo Coffee Break, in onda su La7, l’europarlamentare di Forza Italia, Elisabetta Gardini, e il direttore de La Notizia, Gaetano Pedullà, si sono confrontati sulla posizione assunta dal Movimento 5 Stelle sul Tav.

Gardini ha esordito dicendo che “i 5 Stelle sono No Tav, No Tap, stanno bloccando tutto. Toninelli ha bloccato tutto il Paese. C’è un grande imbroglio, perché i 5 Stelle, con il loro continuo chiedere tutto alla piattaforma Rousseau, non hanno mai espresso un vero programma propositivo, ma solo no e vaffa”.

“Il peccato originale è di Mattarella, che, invece di dare al centrodestra l’incarico di governo, lo ha dato al M5S” ha aggiunto.

Pedullà, ha replicato osservando che “continuiamo a raccontare che il M5S vuole bloccare i cantieri e le opere in Italia. E non è vero, perché io ho mandato i giornalisti del mio giornale a cercare un qualunque documento, un decreto o un atto in cui si dimostri che il M5S o il ministro Toninelli stiano bloccando una sola opera. Questo non esiste. Ricordo che questo è un Paese dove è caduto il ponte Morandi di Genova. Alcune infrastrutture sono in uno stato gravissimo e c’è un problema di distacco del Paese, che non è sopportabile. E il Tav è un’opera vecchia”.

Ma l’esponente di FI, ha affermato: “non è possibile che si stia bloccando tutto con quest’analisi costi-benefici antica dicendo che sono antiche le opere. Gli italiani non hanno scritto ‘Giocondo’ sulla fronte e infatti nei sondaggi sono tutti favorevoli a far ripartire questo Paese. Non se ne può più veramente. Ci sono quattro grillini che pretendono di interpretare il verbo e che sono smentiti dalla loro stessa base. In nome di chi parlano? Chi li ha mandati? Vorrei capire chi li ha mandati, cosa hanno in testa. Sono anti-italiani e in linea con la peggiore sinistra di questo Paese, che è stata il cancro dell’Italia”.

“Mah, chi li hanno mandati? Gli italiani il 4 marzo 2018 – ha risposto il direttore del quotidiano – diciamo che il rispetto della democrazia comprende il rispetto del risultato elettorale”.

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