L’ex deputato siciliano del Pd Paolo Ruggirello in galera per mafia non fa più notizia. L’assuefazione è tale e tanta per il PD come lo è per FI

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ruggirello

Uno del PD in galera per mafia ormai non sorprende più: cosa normale, non ci bada più nessuno.

E sì che si tratta di un’accusa molto grave, gravissima: aver ‘preso parte all’associazione mafiosa denominata Cosa Nostra’ come recita l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal GIP di Palermo Piergiorgio Morosini.

Il capo d’imputazione che ha fatto scattare la custodia cautelare in carcere per l’ex deputato del Pd Paolo Ruggirello lo definisce ‘politico destinatario delle preferenze elettorali fatte confluire da esponenti di detta associazione (Cosa Nostra, ndr) nel corso di varie consultazioni elettorali, fornendo un concreto e specifico contributo per garantire gli interessi del sodalizio mafioso, cui metteva a disposizione – per il tramite di singoli affiliati, con i quali intratteneva rapporti continuativi ed ai quali si rivolgeva anche per questioni personali – l’influenza e il potere derivanti anche dalla sua posizione di deputato regionale dell’Assemblea regionale siciliana.

L’accusa sostiene che si tratta di un “referente politico abituale di Cosa Nostra trapanese: ne ha sfruttato il sostegno elettorale, offrendo un rilevante contributo per il rafforzamento dell’associazione mafiosa”.

Sempre Ruggirello avrebbe dato garanzia di ‘piena disponibilità per tutelare gli interessi della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo, anche relativi a futuri finanziamenti pubblici, attraverso accordi raggiunti con Michele Accomando, appartenente a detta famiglia’.
Inoltre avrebbe fatto promessa ‘di interessarsi per far assumere a tempo indeterminato, presso l’Azienda ospedaliera Sant’Antonio Abate di Trapani, Margherita Buracci, figlia di Giovanni, appartenente alla famiglia mafiosa di Campobello di Mazara”. E avrebbe anche ‘esercitato pressioni politiche per far sì che Calogero Giambalvo, nipote dell’associato mafioso Vincenzo La Cascia, subentrasse come consigliere comunale a Castelvetrano, quale primo dei non eletti, e prometteva al medesimo Giambalvo l’opportunità di lavoro all’interno del Parco archeologico di Selinunte’.

Nel capo d’imputazione è contenuta la contestazione anche di questo fatto: “Accettava, quale referente provinciale del movimento politico Articolo 4, l’inserimento nella lista del movimento di una candidata, Daria Razziano, indicata espressamente da Filippo Sammartino, esponente della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara”. E ancora: “Ruggirello si sarebbe rivolto all’associato mafioso Carmelo Salerno di Paceco per ottenere nominativi di fiducia da inserire come candidati nella lista Democratici per Marsala per le elezione comunali di Marsala del giugno 2015”.

Lo si accusa anche di ‘aver sostenuto presso gli uffici amministrativi della Regione Sicilia l’aggiudicazione di un appalto per la fornitura di mobili in favore della ditta ‘Gulotta Design di Vincenza Costa’, segnalata da Carmelo Salerno”. Inoltre viene anche accusato di aver ‘sollecitato l’assunzione, come guardia giurata, di Vito Costa, persona segnalata ancora da Salerno, a cui avrebbe promesso pure un interessamento per “la posizione lavorativa del figlio’.

A queste contestazioni se ne aggiungono anche altre di tipo elettorale: “Si rivolgeva, in distinte occasioni, ad esponenti dell’associazione mafiosa, tra cui Salvatore Crimi (della famiglia mafiosa di Vita), Pietro Virga, Francesco Orlando, Carmelo Salerno, Pietro Cusenza (tutti della famiglia mafiosa di Trapani) per ottenere supporto elettorale in occasione delle consultazioni regionali del 2017 e delle nazionali del marzo 2018”.
Infine Ruggirello vien accusato di aver dato denaro ai boss Francesco e Pietro Virga ‘per acquistare voti durante la campagna elettorale per le regionali siciliane del 2017’.

Lo scenario che emerge dalla descrizione dell’accusa fa risaltare a quale livello di grave compromissione con la mafia di Cosa Nostra sia arrivato questo esponente del PD.
Come sia stato possibile che un fatto del genere sia accaduto in un partito che dovrebbe essere l’erede del PCI di Pio La Torre, è presto detto.

Per la procura di Palermo ‘tutti i rapporti accertati tra il politico e diverse famiglie mafiose della Provincia di Trapani’ partono ‘dal 2006 fino alle ultime elezioni’. Per gli inquirenti, i rapporti di Ruggirello con Cosa Nostra risalgono quindi a molto tempo fa, molto prima che il deputato venisse cercato e poi accolto con grande festa nel Pd.

Infatti quelli erano giorni in cui Davide Faraone, il fiduciario di Matteo Renzi sull’isola, organizzava la campagna acquisti del PD.
L’acquisto di Ruggirello era stato accolto dal PD renziano della Sicilia con entusiasmo.

I voti di Ruggirello, diretti e indiretti, erano ritenuti di rilevante importanza, decisivi, per vincere il referendum costituzionale.
E infatti, Renzi in prima persona aveva dato il benestare agli ultimi acquisti di Faraone.

Affinché non ci siano dubbi sulla sua approvazione della linea di Faraone, il 21 ottobre del 2016, a Palermo, Renzi non si ritraeva da acconsentire a una foto-opportunity con Ruggirello, ma anzi appariva decisamente a suo agio.

Non passarono molti giorni da quell’incontro che Ruggirello fu invitato alla Leopolda di Firenze, come a suggello dell’accordo politico da consolidare nell’evento annuale più importante del PD renziano.

Il GIP ritiene che quella occasione ‘rappresentava la piena legittimazione al Partito democratico dell’onorevole Ruggirello e del suo gruppo politico all’Ars, oltre che in ambito regionale anche in ambito nazionale’.

E infatti tale considerazione del GIP viene confermata dal fatto che Ruggirello era stato subito riproposto in un collegio per le elezioni regionali e poi candidato in un collegio uninominale al Senato (tuttavia non riuscì a essere eletto in nessuna delle due elezioni).

Quindi a capo di questa deriva all’inferno del PD c’è la scelta politica degli anni a guida Renzi, per cui il detto del fiorentino Machiavelli ‘il fine giustifica i mezzi’ veniva applicato su larga scala nella scelta dei candidati, come nel fare macelleria sociale.

L’importante era ed è solamente accrescere il potere.

Il potere per il potere.

Non interessava e non interessa altro nel PD.

1 COMMENT

  1. DOVE SONO GLI AMICI DEL PD.COME MAI NON COMMENTANO QUESTA NOTIZIA. SONO SOLO BRAVI A MANIFESTARE PER I MIGRANTI E IL TAV FERMO DA 30 ANNI.NON SAPETE COSA DIRE PERCHÉ SIETE MANOVRATI DA VERGOGNOSI. MOLLATELLI SE AMATE L’ITALIA TANTO NON VI DARANNO MAI NIENTE PERCHÉ PENSANO A LORO STESSI .APRITE GLI OCCHI.

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