“Sorprende la spaccatura della Lega sulla via della seta. Leggiamo Salvini che parla di colonizzazione, ed evidentemente non conosce o non ha letto il Memorandum of Understanding, mentre il sottosegretario Geraci sostiene fortemente l’intesa. Dispiace dunque di questa frattura interna, perché fa male alle nostre imprese e al Made in Italy. Stiamo lavorando perché le imprese e le associazioni di rappresentanza ci chiedono uno sforzo per portare l’Italia nel mercato cinese e non subirlo”.
È quanto hanno dichiarato fonti del Movimento 5 Stelle all’ANSA.
Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lu Kang, ha accolto con favore l’apertura del premier Giuseppe Conte alla collaborazione tra i due paesi: “La Cina dà il benvenuto alla partecipazione dell’Italia alla Belt and Road Initiative, che riteniamo creerà maggiore spazio per una cooperazione reciproca vantaggiosa e porterà maggiori benefici alle comunità imprenditoriali e alle nostre popolazioni di entrambe le parti,” ha dichiarato.
Cina e Italia “godono di buoni rapporti. Una cooperazione pratica tra le parti in vari campi ha dato risultati fruttuosi e un contributo tangibile allo sviluppo economico dei due Paesi” ha sottolineato ancora Lu, parlando durante la conferenza stampa quotidiana, sull’ipotesi di collaborazione con Roma. “Nel corso degli ultimi sei anni dal suo inizio, la Belt and Road Iniziative sta ricevendo crescente sostegno e partecipazione da parte della comunità internazionale. Fondamentalmente – ha continuato – è perché questa piattaforma di cooperazione risponde alle esigenze di sviluppo di tutti i Paesi partecipanti e il principio di ampia consultazione, contributo congiunto e benefici condivisi sono stati approvati in tutto il mondo. Cosa ancora più importante i risultati della cooperazione sono stati tradotti nello sviluppo economico e sociale e nel miglioramento del sostentamento e dell’occupazione delle persone in tutti i Paesi partecipanti“.
Salvini sulla questione ha detto: “Se si tratta di aiutare imprese italiane a investire all’estero, noi siamo disponibili a ragionare con chiunque. Se si tratta di colonizzare l’Italia e le sue imprese da parte di potenze straniere, evidentemente no”.