“Conte, Di Maio e in realtà anche Salvini sono semplicemente politici veri. Ci eravamo disabituati; finita la stagione dei cavalli di razza democristiani e dei Berlinguer, Ingrao, Nenni, Pertini, Spadolini, il primo Craxi, parecchi dei quali esecrabili ma che facevano politica e non talk show e gossip, è seguita la lunga deriva liberista, quasi un trentennio di incompetenza, superficialità, totale assenza di ideali e di rigore, dominata da personaggi che hanno compensato un’imbarazzante pochezza con l’arroganza e che hanno beneficiato dell’enorme visibilità mediatica e della trasformazione del successo in merito e qualità”.
È quanto si legge in un commento pubblicato su Facebook da Francesco Erspamer, professore di studi italiani e romanzi all’Università di Harvard e blogger vicino al Movimento 5 Stelle.
“Il vuoto di politica” ha spiegato il docente “si è tradotto in un vuoto di democrazia, con un crescente astensionismo elettorale e una proliferazione di liste civiche effimere e fasulle, in un vuoto di solidarietà sociale e fiducia nello Stato, e in un ancor più drammatico vuoto di cultura, testimoniato dal dilagare degli anglicismi e dalla colonizzazione commerciale delle grandi catene americane, anche in settori tradizionalmente italiani (vedi Starbucks). Per trent’anni l’Italia berlusconiana e piddina ha quotidianamente respirato le cazzate spacciate a reti unificate dai peggiori giornalisti del mondo, capaci solo di venerare le celebrity e di inventare emergenze che consentissero le privatizzazioni e la globalizzazione volute dalle lobby che li mantengono: e i risultati sono evidenti”.
“Ma qualcosa si è mosso” ha osservato Erspamer “Mi conforta e dà speranza l’abilità, tenacia e serietà con cui il governo e i partiti che lo sostengono hanno rintuzzato i feroci e scomposti attacchi dei liberisti sul caso Diciotti e sul TAV (avete ascoltato Del Rio?), questioni in sé marginali e che avrebbero dovuto essere risolte da qualche commissione tecnica ma che sono state gonfiate ad arte per mettere in difficoltà il M5S e soprattutto per tenere gli italiani in una dimensione di puro spettacolo, in cui al massimo si faccia del tifo e mai della politica.
Invece la politica è tornata, sta tornando. Ciò non significa che si tradurrà automaticamente in buon governo; neanche la democrazia del resto lo garantisce”.
“Tuttavia entrambe, la politica e la democrazia, sono antidoti contro il dominio dei poteri forti della finanza e dell’informazione, e sono strumenti, che sta a noi utilizzare, per costruire un paese migliore. Ci sono le condizioni per provarci, per la prima volta dopo trent’anni; non sarà facile né immediato ma chi si tira indietro ora, evidentemente vuole che tutto resti come prima,” ha concluso.
Bravissimo un ‘analisi perfetta ora gli italiani hanno il mezzo del cambiamento.grazie a tutti gli uomini buona volontà.