Crimi (M5S): ‘Gedi? Fa politica. Noi andiamo nella direzione degli editori puri: Fatto Quotidiano, Notizia, Verità’

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Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Vito Crimi, è stato intervistato dal direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino, al Rousseau Village.

Le domande hanno riguardato il rapporto tra la politica e i media, e in particolare Crimi si è concentrato sui giornali dicendo che “più che il mondo dei media in generale, a essersi incartati sono alcuni media in particolare, che dettano però l’agenda a tutti gli altri. Cercano argomenti che secondo loro possono creare spaccature o divisioni nel governo, è una vera mission, uno sport nazionale”.

“Non voglio però – ha sottolineato – fare una crociata contro tutti: alcuni gruppi hanno preso questa strada, quindi tanti altri si trovano a dover seguire quel percorso, dalle rassegne stampa ai media televisivi, che nei dibattiti serali amplificano le tematiche proposte da articoli sui quotidiani del mattino, che probabilmente in pochissimi hanno letto”.

“C’è soprattutto un gruppo, mi riferisco a GEDI, che anziché fare informazione corredata da proprie posizioni o opinioni politiche, ha deciso di fare politica e quindi piegare informazioni e dati alla propria volontà politica. Questo è l’errore più grande che può fare un organo di informazione. Bisogna partire da fatti” ha proseguito.

“Oggi si parla tanto di Tav, ma è una Tav che è urgente da 28 anni” per cui “non dico che i giornali non devono corredare le informazioni anche delle opinioni, mai pensare a una mera informazione acritica, ma prima vengono i fatti incontrovertibili. Quando invece i fatti vengono piegati alle opinioni, non è più informazione, ma propaganda” ha spiegato l’esponente pentastellato.

“Oggi i giornali stanno pagando da soli questa diminuzione di credibilità, soprattutto alcuni giornali. Questo modo di fare informazione non paga” ma “a prescindere dall’approccio politico, chi ha un editore puro riesce ad avere margini di crescita, gli altri perdono. Gli stessi industriali si devono chiedere a questo punto se vale la pena usare i giornali come attività di sponsorizzazione delle proprie attività di lobbying” ha osservato.

“Noi dobbiamo andare nella direzione degli editori puri – ha ribadito il sottosegretario – o comunque verso la partecipazione limitata o frazionata di soggetti che non hanno l’editoria come mission della propria azienda. Quella è la strada da seguire”.

“Entro fine mese lanceremo gli Stati Generali dell’informazione e dell’editoria ed affronteremo il tema dell’editore puro. Il Fatto Quotidiano, la Notizia e la Verità sono tre quotidiani con tre editori puri alle spalle e un pubblico che cresce, malgrado questo mercato di crisi” ha concluso.

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