Paolo Savona, l’Anac da via libera a nomina Consob

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Paolo Savona

L’autorità nazionale anticorruzione si è espressa a riguardo di un possibile conflitto d’interessi tra la nomina di Paolo Savona alla presidenza della CONSOB in contrasto con il suo precedente impiego come amministratore dell’ Euklid, primo fondo hedge a coniugare blockchain e intelligenza artificiale.

Il responso dell’ANAC è il seguente: nessuna incompatibilità.

L’Anac dà il via libera alla nomina di Paolo Savona alla presidenza della Consob. Il fu ministro per gli Affari europei aveva già ricevuto il via libera della commissioni parlamentari competenti di Camera e Senato e la sua carica era stata deliberata il 7 marzo scorso dal consiglio dei ministri.

Le motivazioni di questa pronuncia da parte dell’ Anac sono da ricercarsi in base alle informazioni fornite dalla stessa Consob , infatti, il fondo hedge di cui era amministratore Savona non ha mai svolto attività di investimento in Italia e quindi non è soggetto alla sua vigilanza, spiega l’Anac. Nel caso in cui il fondo, del quale Savona detiene ancora alcune azioni, investa in Italia il conflitto “è sterilizzabile” con l’astensione di Savona.

Ora la decisione del governo sulla sua nomina dovrà superare il vaglio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che a maggio si era opposto alla scelta dell’ economista sardo come ministro dell’Economia.

In passato, il Pd aveva posto enfasi sulla presunta ineleggibilità di Savona citando come primo impedimento la legge Frattini del 2004 sul conflitto di interessi (articolo 2) relativa all’incompatibilità di membri di governo con altri incarichi in enti di diritto pubblico, che dura per un anno dal termine dell’incarico di governo. La seconda norma citata dal PD è la legge Madia del 2015, secondo cui un pensionato può assumere incarichi dirigenziali e direttivi in enti pubblici solo a titolo gratuito e per non più di un anno, mentre il mandato in Consob per il presidente è di sette anni. Una circolare di interpretazione della stessa Madia sembra però escludere “gli incarichi conferiti da organi costituzionali”. E il presidente della Repubblica, che dovrà firmare il decreto di nomina, è appunto un organo costituzionale.

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