Salario minimo orario, M5S: ‘Lo volevano anche i Padri Costituenti’

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Anche i Padri Costituenti volevano il salario minimo orario, infatti l’articolo 36 recita: “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.

Lo ha ribadito il Movimento 5 Stelle in un post pubblicato sul proprio blog, ritenendo che si tratti di “un’affermazione di principio fondamentale che, tuttavia, non ha trovato piena attuazione, specialmente negli ultimi anni, caratterizzati da una progressiva precarizzazione del mercato del lavoro e da politiche regressive in campo sociale”.

“Gli effetti di tali politiche” sono nei “dati rilasciati recentemente dall’Inps, che ha certificato come il 22 per cento dei lavoratori italiani, circa 3 milioni di persone, percepisca una retribuzione oraria inferiore ai 9 euro lordi” hanno sottolineato.

“Sono numerosi gli interventi dei padri costituenti che parlano esplicitamente della necessità di un salario minimo” per esempio Aladino Bibolotti propose “di inserire nel testo costituzionale che ‘il salario minimo individuale e familiare e la durata della giornata lavorativi sono stabiliti dalla legge’ e aggiungeva come ‘il salario minimo individuale e familiare viene a costituire oggi nella società moderna la garanzia dell’eliminazione, nel campo del lavoro, della miseria nera, viene cioè a sancire un principio nuovo e moderno, secondo il quale non è lecito sfruttare l’opera del lavoratore senza assicurargli un minimo di retribuzione'” hanno detto ancora i 5 Stelle.

“Il salario minimo orario rappresenta il necessario complemento al Reddito di Cittadinanza, per garantire quell’esistenza libera e dignitosa di cui parla la nostra Costituzione” ma “l’Italia è tra gli ultimi 6 Paesi europei su 28 ancora sprovvisti di un salario minimo sancito per legge” hanno osservato.

“Se venisse approvato il nostro disegno di legge, qualsiasi contratto collettivo dovrebbe stabilire un salario minimo orario uguale o superiore a quello fissato, che andrà ad aumentare annualmente adeguandosi all’inflazione” per cui “dobbiamo invertire il trend degli ultimi 30 anni, avallato da tutte le forze politiche, che ha fatto del lavoratore un fattore da massimizzare” hanno aggiunto.

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