Verhofstadt, l’amico di Macron che offese Conte, è al soldo delle multinazionali. La Bonino, che è con lui nel gruppo ALDE, non ha niente da dire?

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Non sono passati molti giorni da quando, in una seduta del Parlamento Europeo, Guy Verhofstadt, presidente del gruppo europarlamentare ALDE, usò parole gravemente offensive verso tutti noi cittadini italiani.

Infatti in quella occasione a un signore come Giuseppe Conte, nostro Presidente del Consiglio, del quale non è degno di pronunciare neanche il nome, diede del ‘burattino’.

Questo essere viscido e spregevole – ci sia consentito di rendere pan per focaccia! – probabilmente con questo attacco ha voluto fare un favore a Macron, di cui è amico.

Non potendo Macron attaccare direttamente il nostro Presidente, forse non si è lontano dal vero nell’ipotizzare che abbia chiesto a questo fantoccio belga di farlo lui per conto suo.

E di farlo in maniera scomposta, volgare e inutilmente, perché fuori contesto, offensiva.

Sapeva tanto di agguato premeditato il suo intervento al Parlamento Europeo esclusivamente diretto contro il Capo del nostro Governo.
Giusto per contestualizzare, il gesto vigliacco dell’europarlamentare belga è avvenuto pochi giorni dopo che Macron è stato costretto a inginocchiarsi dal Presidente Mattarella, dopo che aveva fatto il gradasso richiamando in patria l’ambasciatore francese a Roma.

Macron, visto che a nessuno del Governo importava granché del gesto diplomatico inutilmente provocatorio e eclatante, lo hanno lasciato cantare e ballare da solo.

Perciò aveva bisogno di trovare una scusa per rimandare l’ambasciatore in Italia.

La cocente umiliazione è stata camuffata con una telefonata di Macron al Presidente Mattarella, presentata come iniziativa di rappacificazione con invito a recarsi in Francia.

Ma lo scopo principale è apparso chiaro quando, sempre in occasione della telefonata con Mattarella, ha annunciato il rientro a Roma dell’ambasciatore francese.

Ma, difficile che ci sbagliamo, lo scotto di quella umiliazione bruciava e Macron non ha trovato di meglio che utilizzare il suo amico come ascaro contro il nostro Presidente del Consiglio in una seduta pubblica del Parlamento Europeo cui era stato invitato.

Conte, nella sua replica all’intervento volgare e sconcio di Verhofstadt, aveva risposto a tono, senza scomporsi, ma mettendo in evidenza che che burattino è “chi risponde alle lobby”.

Sul momento sembrava una frase senza un aggancio concreto a una precisa situazione.

Non era così, probabilmente.

Forse Conte era già a conoscenza di quanto è stato rivelato ieri da Le Monde e France 2.

I due media francesi hanno scoperto che il gruppo Alde – di cui il fantoccio belga Verhofstadt, del quale ci stiamo occupando, è presidente – ha ricevuto ben 425mila euro dal 2014 in poi fino ad oggi da grandi multinazionali come Google, Walt Disney, Syngenta, Deloitte, Microsoft e, udite, anche Bayer che, avendo acquisito Monsanto, è l’attuale proprietario del prodotto Roundup, nome commerciale del glifosato, uno dei peggiori erbicidi quanto a effetti nocivi sull’uomo.

Sebbene il Parlamento Europeo abbia fatto una legge che rende legali queste dazioni in denaro (non sono però legali né in Francia né in Italia, né in molti altri paesi europei), non sfugge a nessuno che il conflitto di interessi derivante dal potere di condizionamento di queste multinazionali sugli europarlamentari incombe come una montagna.

Il fatto di aver legalizzato una sorta di tangente non la rende lecita in forza di un provvedimento legislativo, peraltro in contrasto con la legislazione di molti stati membri della UE.

Se qualcuno pensa che fare le tre scimmiette funzioni ancora, si sbaglia di grosso.

Qualcuno può davvero credere in buona fede che le dazioni in danaro non influenzino decisioni politiche in tema di pesti/erbicidi, di fiscalità da applicare alle multinazionali, di controlli sui paradisi fiscali e di tutto ciò che rientra nel raggio di interesse delle multinazionali?
C’è qualcuno che può credere alla favola che queste dazioni di denaro siano senza contropartita?

Dopo questa notizia persino Macron è stato costretto ad annunciare, tramite il portavoce del suo partito En Marche, che l’idea di unirsi in gruppo con l’ALDE per le prossime elezioni europee non sarà portata avanti.

Cosa ha da dire al riguardo Emma Bonino (Più Europa/Radicali)?

Sono l’unico membro italiano dell’ALDE e pare che ne vadano anche fieri e orgogliosi.

L’Emma nazionale, che all’etica mostra di tenerci ad ogni piè sospinto e ne fa vanto, non ha nulla da dichiarare?

Anche a lei non è consentito di imitare le tre scimmiette.

3 COMMENTS

  1. NON MI SENTO DI COMMENTARE NON L’ARTICOLO BELLISSIMO MA UNA NULLITÀ COME QUESTO IGNORANTE BELGA CON LA SUA COLLEGA EMMA BONINO L’ANTITALIANA PER ECCELLENZA .COSA VOLETE CHE DICA :IL NULLA NON PUÒ ESPRIMERSI.PURTROPPO PER NOI,È ANNI CHE VIVE ALLE NOSTRE SPALLE SENZA FARE NIENTE COLPA DEGLI EBETI CHE L’HANNO VOTATA .

  2. La Bonino e Pannella hanno sempre goduto dei finanziamenti dei sionisti e lei lo fa ancora amica com’è di Soros.

  3. Se il 5s fosse entrato in Alde era morto. Avete visto? C’È chi si è sacrificato per un fine maggiore. Ora siete dalla parte giusta basta tenere in profilo basso e poi negli ultimi venticinque giorni parlare delle cose fatte e prometterne altre da fare.

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