Gianni Barbacetto e il meteorologo mercalli sulla Tav: ‘Scavare il tunnel inquina più del traffico dei camion’

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Gianni Barbacetto, scrittore e giornalista, ha pubblicato sul proprio sito una disamina relativa alla Tav.

Barbacetto e il meteorologo Luca Mercalli, si trovano d’accordo nel paragonare il Tav a un diabetico rimpinzato di dolci:

“Prendi un diabetico, promettigli che tra dieci anni gli darai l’insulina per farlo stare bene. Nel frattempo, lo rimpinzi di torte. Per dieci anni. Quando arriverà l’insulina sarà morto”.

Perchè questa similitudine direte voi, che c’entra il diabete con il Tav? Il giornalista del Fatto Quotidiano, convinto dal paragone coniato dall’amico Mercalli, argomenta così:

«Uno dei primi argomenti dei sostenitori della nuova linea Torino-Lione è il beneficio ecologico: sposti le merci trasportate dalla gomma al ferro, dal camion al treno, e ridurrai l’inquinamento. Peccato però che per fare questo cambio (forse) tra 10 o 15 o 20 anni, devi prima scavare un immenso buco nella montagna. La galleria più lunga del mondo. Quindi per 10, 15, 20 anni la supertalpa succhierà megawatt, saranno spostate, lavorate e impiegate tonnellate di cemento, acciaio, rame, saranno smossi migliaia di metri cubi di roccia.
Poi, a opera fatta, continuerà a funzionare giorno e notte l’impianto di raffreddamento, perché il tunnel nel cuore della montagna avrà un clima ostile alla vita e la temperatura sarà attorno ai 50 gradi. Quindi: per diminuire tra 15 anni (forse) le emissioni di Co2 dei camion, per 15 anni innalzeremo a dismisura le emissioni di Co2. Torte al diabetico, con la promessa di dargli prima o poi l’insulina.
Si possono calcolare i costi-benefici delle emissioni? Sì, con quello che viene chiamato il “bilancio del carbonio”: per fare qualunque opera si consuma energia e si provocano emissioni; bisogna fare il confronto tra quanto si inquina subito e quanto (e quando) si migliora la qualità dell’aria dopo. Il “bilancio del carbonio” può essere positivo o negativo.»

“I ricercatori Jonas Westin e Per Kågeson, del Royal Institute of Technology di Stoccolma”, spiega Mercalli, “nel loro studio Can high speed rail offset its embedded emissions? sostengono che perché il bilancio del carbonio sia favorevole al clima, le linee ferroviarie ad alta velocità ‘non possono contemplare l’uso estensivo di tunnel”.

«Il cuore del Tav è il supertunnel. Conviene? Per non sbagliare, conviene affidarsi non ai dati forniti dai pericolosi No Tav, ma a quelli messi a disposizione dai sostenitori dell’opera. Basta andare a spulciare i Quaderni prodotti dall’Osservatorio Torino-Lione, diretto da Mario Virano, che oggi è il direttore generale di Telt, la società italo-francese che si propone di realizzare la linea. Il Quaderno numero 8, uscito nel 2011 con il titolo Analisi costi-benefici, presenta alcune tabelle assai istruttive.

Mostra che durante tutta la costruzione del tunnel le emissioni aumenteranno, a botte di circa 1 milione di tonnellate di Co2 l’anno, accumulando nel tempo oltre 12 milioni di tonnellate. Risultato: l’effetto negativo durerà almeno – ammette l’Osservatorio di Virano – per altri 12 anni dopo la fine dell’opera. Se dunque i lavori inizieranno nel 2020 e dureranno 15 anni (a essere ottimisti), l’apertura del tunnel sarà nel 2035 e poi ci vorranno altri 12 anni prima che si sentano i primi timidi effetti benefici del passaggio (non garantito) dai camion al treno: dunque superinquinamento (garantito) almeno fino al 2047.

Solo da quell’anno il bilancio comincerà a essere positivo, la quantità di Co2 risparmiata sarà maggiore di quella prodotta per realizzare la linea: se davvero il passaggio gomma-ferro avverrà nella misura ipotizzata dai fautori del Tav. Allora il diabetico finirà di essere riempito di torte e avrà finalmente la sua insulina. È un caso evidente di cura peggiore del male.»

Mercalli per sostenere la sua tesi cita l’ultimo rapporto dell’Ipcc, il gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni unite, “Il rapporto dell’ipcc dice chiaramente che le emissioni vanno ridotte subito”, spiega Mercalli, “altrimenti nel 2040 avremo già superato la soglia di sicurezza del riscaldamento globale, di 1,5 gradi centigradi”. che come ribadito anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Siamo sull’orlo di una crisi climatica globale per scongiurare la quale occorrono misure concordate”.
Continua Mercalli: “Non possiamo più rimandare: invece della cura del ferro che (forse) darà risultati fra 30 anni, possiamo usare i miliardi di euro destinati al Tav per iniziare subito azioni che riducano le emissioni. Azioni con effetti certi e immediati, come collocare più pannelli solari sui tetti degli italiani, cambiare gli infissi alle case colabrodo, aumentare la coibentazione, installare pompe di calore. Tutte azioni che possono dare lavoro a decine di migliaia di artigiani – in tutta Italia e non solo in Valle di Susa – e non ci fanno aspettare 30 anni per ottenere (forse) effetti positivi sull’ambiente”.
Servirebbe un bilancio del carbonio certificato da un ente terzo, conclude Mercalli: “Come l’Istituto superiore di protezione e ricerca ambientale, che mantiene il catasto nazionale delle emissioni climalteranti e potrebbe verificare i costi e i benefici ambientali della Torino-Lione”.

L’eurodeputato Cinquestelle Dario Tamburrano aggiunge: “Ma quale riduzione dell’inquinamento, la linea Tav aggraverà per decenni le condizioni dell’atmosfera”. Per questo l’eurodeputato ha depositato una interrogazione in cui chiede alla Commissione europea, che finanzia l’opera, se dispone dei calcoli sulle emissioni legate alla realizzazione della linea, e se “non ritenga doveroso abbandonare il progetto per evitare l’aumento delle emissioni, inconciliabile con la necessità di contrastare già nel presente i cambiamenti climatici”.

3 COMMENTS

  1. Sinceramente mi sembra una grande sciocchezza, sia la considerazione sia la metafora del diabetico. La fantasia e la creatività surreale di che ha orrore per la tav non ha freni né confini e sconfina spesso nel delirio, nella demenza pura, praticata fino alle estreme conseguenze, fino all’esposizione al pubblico ludibrio. Sembra quasi una turba infantile oltre che il termometro di un’ignoranza tout court e storica davvero imbarazzante.

    • L’articolo, seguendo la logica della riduzione delle emissioni di CO2, riporta cifre ed un bilancio per cui il tunnel potrebbe forse ripagare i costi in termini di emissioni, solo dal 2047 in poi. Non capisco le critiche basate su null’altro che “tifo” politico, che si limitano a denigrare l’interlocutore o gli interlocutori. Un vizio diffuso. Provi ad essere costruttivo, se vuole criticare lasci da parte la demenza, che è una cosa seria e non c’entra nulla, e risponda nel merito.

  2. Per quanto riportato nell’articolo, (sempre che sia veramente vero quello che viene scritto ) Credo fermamente che questa TAV sia un FALLIMENTO COMPLETO ed un SUCCESSO SOLO per chi ci lavora e ci guadagna, FREGANDOSENE dei reali risultati.
    Mi ha fatto impressione che dentro al tunnel si vengano a creare temperature di 50 ° e che ovviamente, si debbano “spendere” cifre enormi di energia ed inquinamento per abbassare tale valore.

    In definitiva, levatevi il prosciutto dagli occhi, mettete da parte il dio quattrino, e FATE LE COSE CON INTELLIGENZA.
    Il profitto ed il lavoro andatelo a cercare dove non produce maggiori disastri per il pianeta; già ce ne abbiamo da vendere di disastri …ecologici !.

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