L’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e l’ex ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Angelino Alfano sono finiti nel mirino della Corte dei Conti del Lazio, che – secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano – ha aperto un’indagine per appurare se ci sia stato un danno erariale di circa 70 mila euro per la vicenda dei due voli blu.
Il fatto sotto la lente d’ingrandimento della Corte dei Conti risale al 15 dicembre del 2016, quando Gentiloni e Alfano partirono entrambi da Roma, quasi alla stessa ora e arrivarono quasi contemporaneamente a Bruxelles per partecipare al loro primo Consiglio europeo, ma usarono due “aerei blu” differenti.
Sull’Airbus 319 da 40 posti c’era il premier Gentiloni, mentre Alfano viaggiava su un “Falcon 50” da nove posti. Due voli molto costosi: per far viaggiare Gentiloni si spesero 50mila euro e altri 20mila per Alfano. Costo totale: 70mila euro. L’unica differenza tra i due programmi riguardava il viaggio di ritorno: Alfano era a Roma già per le 15,30 mentre Gentiloni rientrò in Italia a mezzanotte. Questo, secondo la Corte dei Conti, sarebbe: “uno sperpero di denaro pubblico, euro 70 mila, per due voli di Stato, trasferte ministri Gentiloni e Alfano il 15 dicembre 2016 con destinazione Bruxelles”, come si legge nell’oggetto dell’indagine.
Quest’indagine arriva dopo quella sull'”Air Force Renzi”, ossia l’Airbus A-340 voluto dall’ex premier Matteo Renzi e che aveva gravato complessivamente alle casse dello Stato 144mila euro. Lo scorso luglio il governo ha disdetto il contratto con Etihad e tale spesa è stata tagliata.