Il Giornale chiude la redazione di Roma

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Dopo mesi di trattative tra giornalisti e azienda sull’ipotesi riguardante la riduzione del costo del lavoro nella redazione del quotidiano di via Negri, l’editore a sorpresa ha deciso unilateralmente di chiudere la sede di Roma dal prossimo 30 aprile.

L’annuncio è stato dato al Cdr nella giornata di ieri, martedì 19 marzo, alle 15, dopo che la decisione era stata presa lunedì dal Consiglio di amministrazione della Società europea di edizione.

Un colpo di scena quasi inimmaginabile, visto che l’ipotesi di chiudere la redazione romana non era mai stata presa in considerazione in questi mesi di trattativa. E che avrebbe avuto il beneplacito diretto di Silvio Berlusconi.

I giornalisti del Giornale sono ora riuniti in assemblea.  Le possibili azioni paventate dai giornalisti sono sia lo sciopero che la mozione di sfiducia al direttore Alessandro Sallusti. “Non posso farci niente, non è che se mi sdraio fuori da Arcore cambia qualcosa”, avrebbe detto Sallusti ai giornalisti riuniti in assemblea.

l Comitato di redazione e la Rappresentanza sindacale unitaria del Giornale hanno pubblicato un comunicato sul proprio sito:
“Le rappresentanze sindacali deprecano e respingono la decisione, arrivata dopo mesi di trattative sulla riduzione del costo del lavoro giornalistico, durante le quali i dipendenti del quotidiano fondato da Indro Montanelli hanno dimostrato la massima disponibilità. Ai dipendenti poligrafici una ipotesi analoga era stata semplicemente ventilata e mai neppure formalizzata.

Oggi l’azienda, con un vero e proprio ricatto, mette diciannove lavoratori e le loro famiglie davanti alla scelta secca tra le dimissioni e il trasferimento coatto da Roma a Milano. La chiusura della redazione del giornale si configura come una rappresaglia di un management poco abituato a relazioni industriali collaborative.

La soppressione della redazione romana rappresenta la perdita di un punto riferimento culturale e politico e segna il tramonto di una lunga stagione editoriale. La scelta non porta alcun beneficio economico ai conti del quotidiano, anzi rischia di relegarlo ad un ruolo di foglio senza più ambizioni nazionali. La redazione di Roma è sempre venuta incontro alle esigenze economiche e strutturali de Il Giornale, con un progetto riuscito di integrazione sul lavoro di desk tra Roma e Milano”.

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