M5S Europa: «Le nostre battaglie erano giuste: ecco tutti i danni dell’austerità»

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Il gruppo Efdd al Parlamento europeo, del quale fa parte il MoVimento 5 Stelle, ha presentato nel corso di una conferenza stampa i risultati di uno studio dettagliato dell’Eurispes sui vincoli di bilancio europei voluto dalla delegazione 5Stelle che – afferma il M5S – “conferma la correttezza delle battaglie che abbiamo condotto in questa sede durante tutta la legislatura”.

Laura Agea, capodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, ha spiegato che “questo rapporto aggiunge infatti un ulteriore tassello alla nostra proposta analitica e costruttiva di una nuova Europa, capace di adattarsi e cambiare le proprie normative per essere davvero vicina ai bisogni dei cittadini e dei territori, invece che schiava di assurdi paradigmi economici che la indeboliscono e ne condizionano lo sviluppo economico e sociale”.

“Come sappiamo bene, in seguito alla crisi economica e finanziaria vi è stato un progressivo rafforzamento delle politiche di austerity con la riforma della governance economica dell’Ue – in particolare tra il 2011 e 2013 – che ha portato, nel luglio 2012, alla ratifica, con il governo Monti, del Trattato sul Fiscal Compact. Trattato che ha introdotto, tra le altre cose, la dannosissima regola del pareggio di bilancio in Costituzione. E noi – vorrei ricordarlo ancora una volta – già allora fummo gli unici ad apporci sia al Fiscal Compact che al pareggio di bilancio in Costituzione,” ha detto Agea.

“L’idea di fondo era che, introducendo in Costituzione vincoli al bilancio, ed in particolare, il principio del pareggio di bilancio, se ne rendesse difficile, per il futuro, l’aggiramento, garantendo così un alleggerimento della spesa pubblica e dunque del ricorso all’indebitamento” ha proseguito “Peccato, però, che così facendo Mario Monti e l’allora maggioranza PD-Forza Italia avevano di fatto consegnato la nostra sovranità economica all’Europa e ai falchi dell’austerity. E adesso cercare di sfilarsi da questo vincolo, senza una revisione dei Trattati, significa finire come la Grecia, nelle mani Troika”.

“Vogliamo passare dall’Europa delle banche e della finanza a un’Europa sociale e solidale, dove i diritti e gli interessi del cittadino vengano messi prima di tutto,” ha concluso l’eurodeputata pentastellata.

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