Roma, Frongia si è autosospeso perché indagato, nonostante l’accusa potrebbe essere archiviata. E Zingaretti chi lo sospende?

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L’assessore del M5S allo Sport del Comune di Roma, Daniele Frongia, risulta essere indagato per corruzione.

L’accusa a Frongia viene fuori nell’ambito dell’inchiesta sul progetto del nuovo stadio di Roma che vede come principale indagato l’imprenditore Luca Parnasi. L’imprenditore romano è accusato di essere a capo di un’associazione a delinquere finalizzata a commettere una serie di reati contro la pubblica amministrazione e, tra questi, sono indicati episodi di presunta corruzione.

L’autorità giudiziaria contesta a Frongia una vicenda raccontata da Parnasi ai magistrati inquirenti in uno dei suoi interrogatori.

L’episodio riferito ai magistrati dall’imprenditore romano risalirebbe a qualche tempo prima del suo arresto, effettuato nel giugno 2018 che poi è stato revocato.

Parnasi racconta che aveva chiesto all’assessore Frongia il nome di una persona che avrebbe voluto assumere come responsabile delle relazioni istituzionali in una sua società, la Ampersand. Secondo le dichiarazioni di Parnasi ai magistrati, Frongia gli avrebbe proposto una donna sui 30 anni.

Tuttavia l’assunzione non fu mai fatta e la vicenda si chiuse definitivamente quando arrivarono gli arresti (la procura sospetterebbe che l’assunzione non fu fatta a causa degli arresti sopraggiunti) dello stesso Parnasi, il quale, a quanto risulta, nelle dichiarazioni rese ai magistrati negli interrogatori, è sempre stato chiaro: non ha mai ricevuto pressioni o richieste di favori da parte di Frongia.

Per la posizione dell’assessore Frongia è probabile quindi l’archiviazione.

Ovviamente i giornaloni la vestono nel modo che si può facilmente immaginare.

Titoloni da prima notizia a caratteri cubitali.

Il fatto in cui è coinvolto Frongia viene presentato a profusione come la conferma dello sfascio della amministrazione a 5S guidata da Virginia Raggi, sopratutto dopo il caso De Vito sul quale abbiamo già fatto ieri un commento.

Sebbene la Giunta Raggi si sia caratterizzata per la buona e sana amministrazione, l’unica ad aver combattuto seriamente i Casamonica, ad aver risanato le partecipate comunali, messo ordine nelle finanze comunali e nella nettezza urbana, e reso più percorribili le strade romane, viene accusata di ogni nefandezza.

I poteri marci romani e nazionali non vedono l’ora di rimettere in piedi il magna magna che c’era nell’amministrazione capitolina prima della giunta a 5Stelle.

Della giunta guidata da Virginia Raggi tutti i 5Stelle, romani e in ogni angolo dell’Italia, sono molto orgogliosi perché, nonostante sia stata messa a ferro e a fuoco ogni giorno, non solo ha retto alla terribile prova, ma la ha superata brillantemente.

E proprio per aver subito un accanimento rabbioso così incessante, la risposta per il caso De Vito è stata magistralmente tempestiva: nessuna esitazione, taglio netto e totale quando sono, minimo, eventi comportamenti opachi eticamente riprovevoli.

Il caso di Daniele Frongia è completamente diverso da quello di De Vito e parrebbe che il comportamento di Frongia sia stato corretto e cristallino, come ammesso dallo stesso Parnasi.

Ma, a mio parere, il rigore a 5Stelle deve essere applicato, con modalità ovviamente diverse rispetto a quelle adottate con De Vito, anche al caso Frongia.

Il mio parere è che Frongia vada subito sospeso oppure lui si autosospende, momentaneamente, dall’incarico di assessore nella Giunta Raggi e dal M5S, in attesa della pronuncia della magistratura.

Se, come pare ci si potrebbe attendere, il procedimento a suo carico venisse archiviato, a quel punto la sospensione cesserebbe e sarebbe reintegrato pienamente e con tutti gli onori nella carica che copriva in giunta, e così anche nel M5S.

Tutta l’attenzione dei siti web dei giornaloni stasera è rivolta a Daniele Frongia.

Non così due giorni fa per Zingaretti, appena eletto Domenica scorsa segretario del PD, quando è risultato essere indagato dalla procura di Roma per mazzette proveniente da finanziamento illecito.

La notizia sull’indagine a carico di Zingaretti è stata accuratamente ‘trattata’ in maniera tale da non suscitare scalpore.

La notizia è stata data come che si trattasse di un fatto normale della nostra vita quotidiana.

Infatti per il PD e per i media che lo sostengono, a partire da quelli di Cairo e di De Benedetti e della RAI, è normale che il segretario del più importante partito dell’opposizione sia indagato per mazzette, per finanziamento illecito.

Certo ormai il PD ci ha abituato a queste indagini che vedono tanto spesso suoi esponenti pesantemente coinvolti, fino, appunto al segretario appena eletto.

Questa è la normalità del malaffare cui il PD e FI ci hanno abituato.

Il loro organismo ormai si è abituato e non ha più anticorpi.

Il Movimento 5 Stelle dimostra invece con i fatti di avere un organismo con potenti anticorpi che respinge efficacemente ogni corpo estraneo e dannoso alla sua salute politica ed etica.

1 COMMENT

  1. Sarebbe utile che lega//5 stelle portino avanti un DL per tramutarlo in legge,
    SAREBBE:—
    per qualsiasi reato per il quale un politico viene condannato, attribuire una pena 3 volte superiore a quella stabilita dalla legge italiana. esempio: 10 anni di carcere tramutarli in 30 anni. stesse pene da attribuire a coloro i quali tentano e portano il politico a delinquere. Anche i magistrati di comodo, politicizzati e mercenari, riconosciuti colpevoli di reato, devono subire le stesse pene. FORSE SI SALVEREBBE L’ITALIA E LA SUA ECONOMIA:

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