I poteri marci delle varie bande di affari sono orfane dei partiti che consentivano ad esse di imperversare impunemente.
Stanno perdendo molti affari che sentivano già in tasca e di cui probabilmente si son già spesi i proventi potenziali che davano per sicuri.
E così ora sono nel panico e stanno scatenando contro il M5S tutta la loro artiglieria composta dai vecchi partiti e dai media.
Il TAV è l’esempio più recente. Un’opera inutile e senza beneficio per l’Italia, un frutto avvelenato lasciato dagli governi precedenti, i quali l’hanno ritardata di anni in quanto non riuscivano a mettersi d’accordo su come dividersi la torta degli appalti.
La Legge Spazza Corrotti si sta dimostrando assai efficace.
E ne hanno folle paura proprio per questo.
Per approvare questa legge il Movimento 5 Stelle si è battuto fino allo spasimo riuscendo a vincere tutte le resistenze interne ed esterne alla maggioranza e al Governo e infine concludendo rapidamente l’iter di approvazione.
Ora la Legge Spazza Corrotti è pienamente operativa.
Paradossalmente, ma non più di tanto, il suggello dell’efficacia di questa legge è venuto in maniera deflagrante proprio con un esponente 5S di Roma, Marcello De Vito, presidente del Consiglio Comunale capitolino, rivelatosi fedifrago, scandalosamente infedele ai dettami fondamentali dell’etica e della politica a 5Stelle.
Il giudizio qui enunciato è un giudizio politico, di etica comportamentale, la quale è venuta fuori, acclarata e di tutta evidenza nei suoi aspetti deteriori e rivoltanti, dagli stralci della indagine resi pubblici dai PM romani.
E qui non si vuole neanche anticipare il giudizio di tipo penale che spetta solo alla magistratura, alla quale va confermata sempre tutta la nostra fiducia.
E non vuole neppure essere un auspicio per una sentenza piuttosto che per un’altra.
Il nostro è semplicemente un rifiuto netto e totale di atteggiamenti di portavoce 5Stelle che anche da lontano possano sapere di compromissione con gli affari di imprenditori incontrati per ragioni di ufficio al fine di trarne vantaggi personali.
Questi comportamenti sono da censurare con la massima tempestività, con assoluta nettezza e con risoluta energia.
Il comportamento dei portavoce 5 Stelle deve essere cristallino e al di sopra di ogni minimo sospetto.
Il fatto che De Vito sia stato espulso con procedura di urgenza nel giro di qualche ora è la formidabile prova di quanto siano solide e poggino sulla roccia le fondamenta etiche del Movimento 5 Stelle.
Il caso De Vito tutt’altro che scalfire l’immagine di integrità dei 5Stelle, ne è una potente e inconfutabile prova.
Possiamo gridare, agli esordi del Movimento e oggi ancora di più di allora, come facemmo al funerale di Gianroberto Casaleggio e oggi con la stessa fermezza e, se pure fosse possibile, anche con una più forte: Onestà! Onestà!
Sì, con voce potente, tonante, profondamente convinta, oggi, quanto e più di prima, possiamo urlare: Onestà! Onestà!
Nessuno ci può levare questa libertà!
Sentiamo di avere tutte le ragioni, nessuna esclusa, tutti i diritti, nessuno escluso, di chiedere conto al PD e A FI degli impresentabili, indagati e condannati, che sempre albergano nelle loro liste.
Possiamo chiedere conto al PD come mai non sospende il suo ex tesoriere, Francesco Bonifazi, indagato dai PM di Roma non solo per finanziamento illecito ma anche per false fatturazioni.
Anzi pretendiamo che il PD sospenda Francesco Bonifazi.
Bonifazi si comporti come il portavoce 5S Daniele Frongia, Assessore allo Sport di Roma, che, una volta venuto a conoscenza di essere sotto indagine, si è immediatamente auto sospeso dal M5S e ha rimesso le deleghe di assessore al sindaco, Virginia Raggi.
Possiamo chiedere al presidente del PD Paolo Gentiloni di sospendere Nicola Zingaretti, neo segretario del PD appena eletto Domenica scorsa e iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Roma, come siamo venuti a sapere tre giorni fa.
Zingaretti, come Frongia, può decidere di sospendersi da sé, così toglie da evidente imbarazzo Gentiloni.
Ma se, prima Bonifazi e poi Zingaretti o viceversa, non si sospendessero da sé, pretendiamo che sia Gentiloni a sospenderli in attesa della pronuncia della magistratura per l’archiviazione o il rinvio a giudizio.
Il Movimento, ai suoi più alti livelli, ha già chiesto che Zingaretti, dando il buon esempio a Bonifazi, si sospenda dalla sua carica.
Ora però deve insistere con voce forte e persistente, non più chiedendo, ma pretendendo, che Gentiloni disponga la sospensione dalla carica di segretario di Zingaretti, accompagnandola con la sospensione dal partito di Bonifazi.
Gentiloni, il mite, il saggio, il moderato, saprà dare buon esempio delle sue vantate e celebrate virtù?