La questione è quella dei decreti per il rimborso dei risparmiatori “raggirati” dalle banche e ciò che Salvini pretende da Tria è la firma immediata dei decreti. Ma l’Unione europea si mette di traverso e fa nascere complicazioni. L’UE sta esercitando pressioni affinchè ci sia il pronunciamento di un giudice o di un arbitro sull’esistenza di una truffa in ogni singolo caso. Non è quindi sufficiente, per utilizzare il miliardo e mezzo stanziato in Finanziaria, l’istruttoria ministeriale a partire dalle singole domande. Per questa ragione, in attesa del via libera della Ue, Tria non firma i decreti.
Salvini a riguardo si è pronunciato così: “I rapporti con il ministro Tria, sono eccezionali. Se poi mi firma i decreti attuativi per i rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche lo porto via per il week end. Ieri ero a Treviso e c’è tanta gente che si arrabbia e che ha fame e che ha fretta – quindi non credo si possa aspettare mezz’ora di più. Se mi dice aspettiamo una risposta dall’Europa ne facciamo a meno di queste risposte. Quindi, con tutto il garbo e l’educazione possibile, mi aspetto entro questa settimana i decreti del Mef o altrimenti li andiamo a scrivere noi”.
Salvini ha poi risposto alla domanda riguardante la possibilità del governo di fare a meno di Tria: “No, Tria è parte di una squadra fortissima”.
Sull’argomento si è espresso anche Luigi Di Maio, che oltre alla firma dei decreti chiede di fare chiarezza su come queste truffe siano state messe in atto: “Qui non basta che il Mef firmi subito il decreto per rimborsare i risparmiatori truffati dalle banche. Qui bisogna anche fare chiarezza su come quelle povere famiglie sono state truffate. Il rimborso deve arrivare subito, questo non va messo nemmeno in discussione, ma bisogna lavorare anche ad altro. Nemmeno qualche giorno fa, i giudici europei, hanno detto che sul caso Tercas si sarebbe potuto utilizzare il Fondo interbancario, il che significa che anche Banca Etruria e gli altri 3 istituti commissariati avrebbero potuto essere ricapitalizzati dallo stesso Fondo, proprio come aveva proposto allora il MoVimento 5 Stelle”.
“C’era una strada che avevamo tracciato, che avrebbe evitato di colpire i risparmiatori e distruggere migliaia di persone, ma nessuno la seguì – sottolinea Di Maio – Ora io voglio che la Commissione di inchiesta sui truffati dalle banche parta. Non possiamo aspettare altri 2, 3, 4 mesi. Dobbiamo portare in audizione gli attori coinvolti in quel disastro. Dobbiamo capire cosa accadde. E dobbiamo parallelamente e velocemente riformare le norme a tutela di risparmiatori e investitori. Servono pene severe per chi manipola i mercati, per chi compie truffe bancarie e che ad oggi, sorprendentemente, secondo le normative vigenti, rischia di cavarsela solo con 3 mesi di carcere. Tre mesi, ma ci rendiamo conto? È assurdo! Noi invece vogliamo portare la pena minima a 4 anni, vogliamo che quanto verificatosi non si ripeta mai più. Vogliamo cambiare le cose. Vogliamo riformare le regole sulla vigilanza bancaria sia in Italia che in Europa e maggiore chiarezza sulle regole in tema di ‘aiuti di Stato’. Lo dico forte e chiaro: su questo punto non accetteremo compromessi. Invito il Mef a firmare subito il decreto e su tutto il resto mettiamoci al lavoro. Con responsabilità e senso dello Stato, mettendo da parte le parole. E arrivando ai fatti”.
Anche i capogruppo della Lega alla Camera e al Senato,Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, chiedono un rapido intervento del MEF: “I risparmiatori truffati non possono più aspettare. Non servono interventi dall’Europa, ma un segnale forte e chiaro da parte del Mef, con i decreti attuativi per i rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche. Ai risparmiatori vogliamo rispondere con fatti concreti e con il buonsenso: questa è una promessa mantenuta dalla Lega e dal governo, che questa settimana deve diventare realtà con la firma del Ministro competente”.