La rivista online indipendente Mediapart ha pubblicato un’intervista a dei militari francesi prima dell’Atto XIX delle proteste dei Gilets jauns, per il quale Macron ha mobilitato l’esercito.
Michel Goya, ex colonnello e comandante di un reggimento di fanteria della marina prima di insegnare all’Ecole Pratique des Hautes Etudes, ha lamentato:
“L’uso dei militari e l’annuncio da parte del governo della loro presenza questo sabato ha lo scopo di mostrare una maggiore fermezza, ma questo uso repressivo dell’esercito è molto pericoloso”. Goya ha continuato: “Durante la guerra d’Algeria, l’esercito è stato usato perché si riteneva di di fronteggiare un nemico, un’organizzazione armata, il che poteva essere discutibile ma era accettato. Ma in Francia, nella Francia continentale, l’ultima volta che i soldati hanno partecipato a delle operazioni di polizia e di mantenimento dell’ordine, è stato nel 1947”
L’ex colonnello ha poi ricordato: “Quando i soldati intervenivano nei movimenti sociali, all’inizio del secolo, contro i vignaioli del sud o contro i minatori del nord, è sempre stata una tragedia. Ecco perché dopo la prima guerra mondiale questi sono stati rimossi dalle forze dell’ordine ed è stata creata la gendarmeria mobile”
Il militare ha espresso la sua preoccupazione per il cambio di prospettiva sull’uso dei militari: “A partire dal piano Vigilanza e Protezione dei servizi contro il rischio di attentati terroristici stragisti, i militari sono stati presenti nei movimenti sociali senza venire coinvolti, perché non devono esserlo. La loro presenza era stata legittimata dalla lotta contro il terrorismo, che era un piano a lungo termine e del quale, ancora, si può discutere. Ma in nessun caso il loro nemico erano i cittadini che manifestavano per ragioni economiche e sociali, il ricorso all’esercito equivale a “designare un nemico, come accade in guerra. In questo caso, i gilet gialli sono il nemico” ha precisato Goya.
“Questa strategia è come un tentativo da parte del governo di elevare i cittadini al rango di nemico, elevando il livello della risposta. Ebbene la risposta per noi non può essere commensurata. Se c’è aggressione, c’è l’uso di armi, armi letali. I ministri della Difesa e dell’Interno hanno un bel dire che i militari non saranno in prima linea, ma cosa accadrà se i manifestanti cercheranno di attaccare gli edifici che essi devono proteggere? O l’esercito ne esce umiliato per aver dovuto subire un’aggressione, o diventa un massacro, di cui lo Stato sarà responsabile”.
L’ex comandante ha affermato: “Questo governo ha superato il limite. Perché dopo una manifestazione sono possibili due scenari: o l’ordine pubblico sarà stato mantenuto senza troppi danni, e quindi il ricorso all’esercito sarà considerato efficace e utile. Oppure sarà una tragedia, e saranno necessarie altre mobilitazioni”. Michel Goya si è detto rammaricato che il governo abbia ceduto a “una vecchia richiesta dei sindacati di polizia. “Siamo in un contesto interno, sociale. La risposta che viene data è aberrante. Il governo sta dichiarando guerra ai gilet gialli”.