“Dopo 15 anni facciamo ripartire le assunzioni nella sanità”.
Così il Movimento 5 Stelle in un post pubblicato sulla propria pagina Facebook, riferendosi al fatto che “Giulia Grillo è il primo ministro che si muove con determinazione e sblocca finalmente una situazione stagnante in tutta Italia”.
I pentastellati hanno sottolineato che “medici e operatori sanitari affrontano da anni il blocco del turn over con tanti sacrifici e senso di responsabilità” infatti “il nostro sistema sanitario ha bisogno di forze fresche: sono sotto gli occhi di tutti disservizi e gravi difficoltà a causa della carenza di personale medico e sanitario nei reparti”.
Ma grazie all’intervento del Ministro pentastellato, “sblocchiamo finalmente le assunzioni nella sanità e diamo la possibilità a migliaia di giovani laureati di mettere a disposizione le proprie competenze qui in Italia, senza dover scappare all’estero perché fino ad ora era impossibile il ricambio generazionale” hanno detto i 5 Stelle.
Giulia Grillo, ospite al programma televisivo Tagadà su La7, ha spiegato che “nel 2004 il governo Berlusconi, per ridurre i costi della pubblica amministrazione, bloccò le assunzioni in tutta la pubblica amministrazione ed anche nella sanità” e “dal 2004 il tetto delle assunzioni è rimasto, con dei piccoli accorgimenti, quello che abbiamo sempre chiamato blocco del turn over” dove “turn over significa ricambio”.
“Per cui non abbiamo potuto assumere nuovo personale e siamo rimasti con il personale vecchio, tutti si sono accorti sui territori che questo ha prodotto dei grandi problemi” ha aggiunto.
Alla preoccupazione dei sindacati ospedalieri in merito al fatto che ci siano pochi soldi, l’esponente pentastellata ha risposto dicendo che “in realtà le regioni avevano accantonate delle quote di soldi ma non li potevano spendere perché lo stato diceva che oltre quella spesa non si poteva andare” invece “le regioni potevano assumere” infatti “era una richiesta che facevano ormai da tantissimi anni”.
“La maggior parte, se non tutte le regioni sono capienti cioè significa che hanno soldi da spendere ma che fino a questo momento non li potevano spendere” per questo “è un momento storico perché si riconosce l’importanza di investire sul personale” ha concluso.
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