Zingaretti, segretario PD due volte indagato, delira e abbaia alla luna. Il collasso del PD sempre più imminente

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Andiamo a esaminare freddamente i fatti salienti del Partito Democratico a partire dal referendum renziano drammaticamente perso.

Li riportiamo in ordine.

Cominciamo la caduta in verticale senza paracadute alle elezioni politiche del 4 marzo dello scorso anno, appena un anno fa.

Subito dopo ci sono state sette elezioni amministrative, terreno di gioco in cui il PD è stato sempre tradizionalmente forte per aver amministrato tutte le regioni, escluse Lombardia e Veneto, e grandi città italiane, sebbene abbia perso Roma e Torino a vantaggio dei 5Stelle.

Si tratta delle regioni Friuli, Molise, Abruzzo, Basilicata, Sardegna, e delle città di Trento e Bolzano.

Il Pd ha perso malamente con un capotto di 7 a 0, e queste amministrazioni sono tutte andate a Salvini accompagnato da Berlusconi e dalla Meloni.

Insieme con le elezioni europee ci saranno anche le elezioni regionali in Piemonte, e poi a seguire in tutte le altre regioni dove ancora non si è votato.

Allo stato è largamente prevedibile che il PD perda tutte le altre regioni.

Capotto totale, 20 a 0!

La strategia mediatica del PD e dei giornaloni che lo fiancheggiano, certo non disinteressatamente, è stata finora quella di puntare a prosciugare i 5 stelle per ingrossare la Lega.

Non hanno però considerato con la dovuta attenzione gli effetti collaterali sempre insiti nelle manovre politiche, soprattutto in quelle di piccolo cabotaggio.

I geni della politica sicuramente non stanno nelle stanze del Nazareno e non ci saranno neanche in quelle della nuova sede scelta da Zingaretti.

Tantomeno si vedono mosse che annuncino statisti prossimi venturi.

Questa strategia di guerra totale ai 5Stelle per favorire la Lega, evidentemente giudicata meno pericolosa, intanto non ha prodotto l’effetto desiderato di piegare il M5S, visto che in Basilicata ha confermato di essere il primo partito.

Ma l’effetto collaterale, non previsto dagli strateghi idioti del PD, è stato letale.

Per forza devastante è stato anche più forte di quello che si verificò durante la campagna elettorale delle elezioni del 4 marzo 2018 allorché, sempre gli intelligentoni strateghi di quei stessi media e della campagna PD, sempre utilizzando la Lega in funzione anti 5 Stelle, portarono al risultato di avere entrambe le camere controllate da una maggioranza 5S – Lega.

Infatti ora sta avvenendo qualcosa di molto peggio per il PD: il rafforzamento della Lega, voluto e cercato dal Pd e relativi giornaloni in funzione anti 5S, è stato – imprevedibilmente, per chi lo ha voluto e cercato – così forte e dirompente da perdere il potere locale nelle regioni e nei comuni nelle recenti votazioni e in quelle prossime a venire, l’architrave che consentiva loro di vincere le elezioni politiche e poi decidere il premier e chi portare al colle più alto di Roma, alla Presidenza della Repubblica.

A quell’effetto collaterale se ne sta aggiungendo anche un altro. Questo ultimo effetto è non solo non previsto, ma è addirittura l’opposto di quello atteso.

Se infatti si voleva puntare a sfaldare le maggioranza M5S-Lega, l’effetto che sta venendo fuori è di un rafforzamento della stessa.

Può solo succedere che dalle elezioni europee emerga per la maggioranza 5Stelle-Lega un consenso forte seppure distribuito in maniera diversa rispetto a quella delle elezioni politiche dello scorso anno.

In quelle elezioni c’è stata una forte prevalenza del M5S rispetto alla Lega, ora alle prossime elezioni europee, siccome è largamente prevedibile che una parte notevole di elettori di FI vada con Salvini, può avvenire che i voti 5S e Lega si equivalgano, producendo così un ampliamento del consenso alla maggioranza e dunque al Governo Conte che di essa è espressione.

E così la conseguenza più che probabile sarà che la maggioranza 5S-Lega durerà tutta la legislatura, perché le altre elezioni importanti, prima delle prossime politiche fra quattro anni, saranno le restanti elezioni regionali, il cui esito a quel punto sarà scontato a favore della Lega con le appendici ormai secondarie di FI e FdI.

Quindi la lotta senza quartiere contro i 5S a favore della Lega si sta rivelando, un boomerang, un harakiri, un suicidio assistito, un fallimento totale sia per i media che per il PD che l’hanno promossa, perché sta producendo risultati opposti a quelli attesi.
Sanno perciò di tragicomico le dichiarazioni di Zingaretti all’assemblea del PD.

Il segretario PD, due volte sotto indagine della magistratura, dice che il suo partito deve ‘essere pronto a un possibile sfarinamento del Movimento Cinque Stelle’

Il segretario di un partito sempre perdente in qualsiasi competizione elettorale da due anni, con altre sconfitte preannunciate in arrivo e prossimo al collasso totale, parla di ‘possibile sfarinamento’ del M5S.
Se non è delirio poco ci manca.

E poi con quale autorevolezza si azzarda a dire alcunché uno che si ritrova con queste performance?

Infine vorremmo sapere da Zingaretti come si comporterà se sarà rinviato a giudizio in una o in tutte e due le indagini penali in corso a suo carico.

Ci farà assistere a un segretario PD alla sbarra?

Sarà bene che Gentiloni cominci a redigere un piano B che preveda nuove primarie, sempre che il PD rimanga in piedi, per l’elezione di un nuovo segretario possibilmente, questa volta, senza pendenze penali in essere o prevedibili in avvenire.

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