La Bce ha il “pieno diritto” di gestire le riserve auree.
Lo ha spiegato il presidente della Bce, Mario Draghi, nella lettera di risposta all’interrogazione presentata dai membri del Parlamento europeo, Marco Valli e Marco Zanni sul “tema della proprietà legale delle riserve auree degli Stati membri e delle competenze della Bce”.
Draghi scrive che in base al Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), “uno dei compiti fondamentali da assolvere tramite il Sistema europeo di banche centrali (SEBC) è ‘detenere e gestire le riserve ufficiali in valuta estera degli Stati membri'” che includono valute estere, oro e diritti speciali di prelievo.
“L’articolo 30 – ha precisato Draghi – stabilisce che ‘la BCE ha il pieno diritto di detenere e gestire le riserve in valuta che le vengono trasferite e di e di utilizzarle per gli scopi indicati nello Statuto'”.
Lo Statuto del Sebc, spiega Draghi nella lettera di risposta ai due europarlamentari, contiene poi ulteriori disposizioni sulle competenze della Bce:
«L’articolo 30 prevede che tutte le banche centrali trasferiscano un determinato ammontare di attività di riserva in valuta, ivi incluse riserve auree, alla Bce in proporzione alle rispettive quote di partecipazione al capitale di quest’ultima, riconoscendo altresì alla Bce la facoltà di effettuare ulteriori richieste di attività di riserva in valuta, se necessario. L’articolo 30 stabilisce altresì che “la Bce ha il pieno diritto di detenere e gestire le riserve in valuta che le vengono trasferite e di utilizzarle per gli scopi indicati [nello] Statuto”. Inoltre, ai sensi dell’articolo 31 dello Statuto del Sebc, la Bce approva le operazioni aventi per oggetto attività di riserva in valuta che restano alle banche centrali nazionali dopo i trasferimenti di cui all’articolo 30, nonché le operazioni degli Stati membri aventi per oggetto le loro attività di riserva in valuta estera dei saldi operativi, eccedenti un determinato limite. La finalità di tale competenza è assicurare la coerenza con le politiche monetaria e del cambio dell’Unione”.»