“È fatta! Finalmente abbiamo approvato definitivamente Reddito di Cittadinanza e Quota 100, misure che aiuteranno milioni di persone a uscire dall’oblio in cui erano cadute a causa dell’assenza di politiche rivolte loro. D’ora in avanti questi cittadini avranno la possibilità di tornare a pieno titolo nel mondo del lavoro, offrire il proprio contributo alla società e intanto avere una mano per pagare l’affitto e le spese di prima necessità. Grazie a Quota 100 anche la pensione non è più un miraggio. Siamo molto soddisfatti del percorso compiuto, fieri e orgogliosi di aver lottato fino alla fine e di aver ottenuto questo grande risultato. Gli italiani se lo meritano tutto!”
È quanto si legge in un post pubblicato sulla pagina Facebook del Movimento 5 Stelle.
“Migliaia di persone hanno già presentato la richiesta, padri e madri di famiglia che da anni chiedono di essere reintegrati nel mondo del lavoro e che invece, a causa di un sistema inadeguato, sono rimasti senza” ma “da oggi cambiamo la storia e ridiamo speranza al Paese” hanno scritto i 5 Stelle in un altro post.
Il deputato del M5S, Francesco D’Uva, durante la dichiarazione di voto su Reddito di Cittadinanza e Quota 100 la settimana scorsa aveva detto: “Questo provvedimento è importante non solo per il MoVimento 5 stelle, non per questa maggioranza ma per l’intero Paese. Parliamo di 5 milioni di poveri, parliamo di persone che vogliono andare in pensione, parliamo di persone che hanno pensioni minime e parliamo soprattutto di quei cittadini che grazie a Quota 100 potranno entrare nel mondo del lavoro”.
Sul Reddito di Cittadinanza “si è detto di tutto, dalla scorsa legislatura già si diceva che era impossibile, che non avremmo mai trovato i soldi per il Reddito di Cittadinanza. Arriviamo al Governo, prima Legge di Bilancio, troviamo i soldi per il Reddito di Cittadinanza” allora si è iniziato a dire “che è una misura assistenzialista, si dice che lo è, magari forse lo è meno perché c’è stato qualche emendamento che l’ha resa meno assistenzialista e non è vero” perché “già dalla scorsa legislatura il testo che avevamo all’epoca, che ora è diverso e migliorato prevede che tutto sia collegato al mondo del lavoro. Altra menzogna da smontare” aveva spiegato D’Uva.